Arresto di Marco Barba, dalle intercettazioni sospetti su altri ‘cold case’ a Gallipoli

In alcune conversazioni in carcere tra con la moglie, l’uomo minacciando la figlia Rosalba e persone a lei vicine, fa riferimento ad altri casi di scomparsa a Gallipoli che potrebbe rivelare.

Una conversazione in carcere tra Marco Barba e la moglie, in cui U' Tannatu minacciando la figlia Rosalba e persone a lei vicine, fa riferimento ad altri casi di scomparsa a Gallipoli che potrebbe rivelare. Dunque, Barba nel febbraio scorso, intercettato dal carcere di Taranto fa alcune scottanti confidenze alla propria coniuge.
  
M. B. : Che io tengo intenzione di fare uscire un'altra cosa
  
Moglie: che fai?
  
M.B. Un altro fuori lo faccio uscire
  
Moglie: Un altro?
  
M.B.: Un altro fuori con…..
  
Moglie: A Gallipoli?
  
M.B. Questo non lo trova più …Questo… può fare quello che cazzo vuole…che apra gli occhi la Rosalba
  
Non solo, nel corso del colloquio, riferisce i particolari dell'omicidio di Lagradhi
  
M.B.: Se non c'era la pietra..non ce l'avrei fatta a mantenerlo…non ce l'avrei fatta…perché il laccio era troppo piccolo ….si è liberato… Ho bisognato a stroncarlo con una pietra…si era liberato
  
In una conversazione in carcere di una settimana dopo, Barba riferisce sempre alla moglie di volere incolpare una persona cara alla figlia.
  
M.B. Dille, tieni il coraggio di parlare…come hai avuto il coraggio di quello di incolpare il papà…tieni il coraggio di parlare di quello che facevi, ah?
  
Dunque, come afferma il gip, Marco Barba suggerisce alla moglie di volere denunciare la figlia per diffamazione e calunnia e di mettere alla medesima "la patata in bocca" per farla ritrattare, "posto che egli aveva ammazzato il Lagradi, quando aveva saputo che ella aveva avuto rapporti intimi con il predetto, il quale conosceva anche particolari scabrosi sulla figlia."
  
Ritiene il gip nelle 19 pagine di ordinanza, "sussiste l'esigenza cautelare, avendo egli a più riprese espresso la volontà di condizionare i propri congiunti a rendere dichiarazioni in contrasto con quanto affermato in precedenza, idonee per l'effetto, ad escludere la responsabilità di esso indagato nei reati contestati, e ciò a causa  del timore di essere coinvolti a loro volta nei medesimi o comunque additati come responsabili di comportamenti moralmente sconvenienti".
  
Riguardo il movente, afferma il gip," va ricercato nella gestione del traffico degli stupefacenti, in particolare l'hascisc, sicché Barba aveva preordinato l'esecuzione munendosi degli strumenti necessari e richiedendo l'ausilio delle figliole, contando sul fatto che esse potevano essere le persone più affidabili nel non rivelare agli inquirenti il suo coinvolgimento nell'omicidio".  
  
Marco Barba è accusato di omicidio volontario, aggravato dai motivi abietti e futili e dalla premeditati. L'indagato, assistito dall'avvocato Fabrizio Mauro comparirà nei prossimi giorni innanzi al gip per l'interrogatorio di garanzia.



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