Associazione a delinquere legata al clan Coluccia di Galatina, arrivano altre due scarcerazioni

Il Riesame ha annullato l’ordinanza del Gip nei confronti di Carlo Palumbo e del figlio Francesco, che hanno lasciato i domiciliari per mancanza dei gravi indizi di colpevolezza. Sono in totale 8, le scarcerazioni di affiliati a una presunta associazione a delinquere

Arrivano altre due scarcerazioni, in merito all'inchiesta su una presunta associazione a delinquere dedita all’usura, all’estorsione, al riciclaggio ed alla turbativa d’asta con base a Galatina.
 
Il Tribunale del Riesame (Presidente Silvio Piccinno, a latere Anna Paola Capano e Antonio Gatto) ha annullato l'ordinanza del Gip Giovanni Gallo, riguardante la misura cautelare dell'80enne Carlo Palumbo e del figlio, il 44enne Francesco Palumbo, i quali sono stati scarcerati per mancanza dei gravi indizi di colpevolezza.
 
Questa mattina, si è tenuta la discussione in aula e i difensori dei Palumbo, gli avvocati Giuseppe Bonsegna e Giuseppe Minafra hanno chiesto, anzitutto, l'annullamento della misura  dei domiciliari per Carlo e Francesco Palumbo, per motivi "reali" legati alla mancanza di gravi indizi di colpevolezza (che sono stati dunque accolti), quanto "personali", che tengano conto dell'attualità dei fatti.
 
Considerando che si tratta di presunti episodi criminosi risalenti al giugno 2010, non si comprenderebbe, secondo i difensori, il rischio di recidività degli indagati. I due legali, in merito alla posizione di Carlo Palumbo, considerato assieme a Luigi Sparapane, il "capo" dell'organizzazione, hanno cercato di dimostrare  come gli ingenti proventi accertati dalla Guardia di Finanza siano frutto di attività lecite, messe in essere attraverso la partecipazione alle aste giudiziarie.
 
Gli avvocati Bonsegna e Minafra hanno poi chiesto l'annullamento dell'ordinanza, anche per ciò che riguarda il sequestro di immobili, attività economico- commerciali, rapporti bancari, veicoli ecc. in possesso  dei due figli di Palumbo, Francesco e Patrizia. In merito a questo secondo punto, il Riesame si pronuncerà nei prossimi giorni.
 
Già, nelle settimane scorse, nell'udienza di convalida, il Gup Gallo, su istanza avanzata dall'avvocato Bonsegna, aveva ordinato la misura dei domiciliari (inizialmente era stata disposta quella carceraria) per Francesco Palumbo. Il 44enne di Galatina che era accusato di associazione per delinquere ed illecita attività finanziaria, aveva negato ogni addebito in merito ad una sua partecipazione agli affari illeciti di un sodalizio con base a Galatina. In particolare Francesco Palumbo, in merito all'accusa di avere acconsentito alla fittizia intestazione di beni operata in suo favore dal padre Carlo, per "difendere" il patrimonio di quest'ultimo dall'eventuale applicazione di misure di prevenzione patrimoniale, ha affermato di non esserne al corrente. Lo stesso Carlo Palumbo, nel successivo interrogatorio si sarebbe addossato ogni responsabilità.
 
Già nei giorni scorsi, il Riesame aveva accolto sei ricorsi, a cui erano seguite altrettante scarcerazioni. I giudici avevano annullato per gli stessi motivi, l’ordinanza a carico dei fratelli Mario e Luciano Notaro, rispettivamente di 72 e 70 anni; Luigi Sparapane, 57, cognato dei Notaro e del 44enne di Galatina Antonio Gianluca Notaro, 29enne; Luigi Nuzzaci, 65 anni, di Galatina e Italo Scudella, 76 anni, residente a Surbo.
 
Essi rispondono a vario titolo ed in diversa misura dei reati di usura, violenza, privata, estorsione, abusivo esercizio dì attività finanziaria, riciclaggio, turbata libertà degli incanti. Su tutti peserebbe anche l'accusa di una condotta aggravata dal ricorso al metodo mafioso, poiché avrebbero fatto leva sulla notoria appartenenza di taluni di essi (Mario Notaro e Luigi Sparapane) al clan mafioso dei Coluccia di Galatina. Gli indagati sono difesi dagli avvocati Antonio Savoia, Francesca Conte, Alessandro Stomeo, Americo Barba.



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