Avrebbe occultato la somma di circa 300mila euro, imprenditore di Trepuzzi condannato a 4 anni

Il collegio della seconda sezione ha ritenuto E.S. colpevole dei reati di bancarotta fraudolenta e documentale aggravata. I giudici non riconoscendo le attenuanti generiche hanno accolto la richiesta di condanna, sempre a 4 anni, invocata dal pubblico ministero.

Avrebbe occultato la somma di circa 300mila euro ed un imprenditore di Trepuzzi è stato condannato a 4 anni di reclusione.
 
Il collegio della seconda sezione penale (Presidente Pasquale Sansonetti, a latere Annalisa de Benedictis e Marcello Rizzo) ha ritenuto E.S. colpevole dei reati di bancarotta fraudolenta e documentale aggravata, dunque, con ingente danno per la società fallita. I giudici che non hanno riconosciuto le attenuanti generiche all'imputato, hanno così accolto la richiesta di condanna, sempre a 4 anni, invocata dal pubblico ministero Massimiliano Carducci, in sostituzione del titolare dell'inchiesta, il dr. Giovanni Gagliotta. 
 
Secondo l'accusa, l'imprenditore trepuzzino,  titolare di una ditta individuale di prodotti per la casa, si sarebbe macchiato dei reati di sottrazione sia documentale che patrimoniale.
 
La sua azienda con sede nel paese del Nord Salento, fu dichiarata fallita dal Tribunale di Lecce nell'anno 2010 e nel corso del processo è stato ascoltato anche il curatore fallimentare che avrebbe confermato le accuse. E.S. avrebbe infatti, sostiene la Procura, depositato soltanto il bilancio relativo agli anni 2006, 2007, 2008, ma non quello relativo al 2009. Dunque, dai controlli effettuata i dagli uomini della Guardia di Finanza, non vennero rinvenute le somme di denaro e le rimanenze di magazzino, corrispondenti ad una cifra complessiva di circa 300 mila euro.
 
Inoltre, secondo il pm Gagliotta, E.S avrebbe occultato i documenti contabili, impedendo di ricostruire il "movimento d'affari" dell'azienda, anche nel rapporto con i fornitori
 

Invece, i difensori di E.S. , gli avvocati Antonio Savoia e Roberta Capodieci avevano invocato l'assoluzione per il proprio assistito.



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