Accusò l’ex compagno di abusare della figlia della nuova convivente: avvocatessa condannata a 4 anni

Rispondeva delle accuse di calunnia aggravata e diffamazione. L’inchiesta prese il via, nel giugno del 2014, da un esposto anonimo inviato alla Procura del Tribunale dei Minori.

Avrebbe accusato l’ex compagno di abusi sessuali sulla figlia minorenne della nuova convivente, ma sarebbero state soltanto “menzogne”.

Il giudice monocratico Annalisa De Benedictis ha condannato Addolorata Perfetto, avvocatessa 59enne originaria di Giuggianello, ma residente a San Donato, alla pena di 4 anni di reclusione. Inoltre, il Tribunale ha disposto l’interdizione dai pubblici uffici per la durata di 5 anni. Infine, dovrà risarcire l’ex compagno, difeso dall’avvocato Giuseppe Corleto, con una provvisionale di 20mila e le altre parti civili (la compagna dell’uomo e sua figlia) con la somma di 12mila euro ciascuno. Non solo, poiché la condanna prevede anche il risarcimento del danno da quantificarsi in separata sede.

Invece, l’avvocato Addolorata Perfetto, nelle vesti d’imputata, è assistita dai legali Nicoletta Piergentili Piromallo del Foro di Roma e Gianmichele Pavone del Foro di Brindisi.

Rispondeva delle accuse di calunnia aggravata e diffamazione. Il pm ha invocato nei suoi confronti, una condanna a 6 anni e l’interdizione perpetua dai pubblici uffici ed, inoltre, l’interdizione dalla professione di avvocato per 5 anni.

L’inchiesta prese il via, nel giugno del 2014, da un esposto anonimo inviato alla Procura del Tribunale dei Minori. In esso, il denunciante incolpava un uomo del reato di molestie sessuali continuate su una minorenne. L’aspetto più grave è che si sarebbe trattato della figlia della convivente. La persona accusata di questi orribili misfatti veniva così formalmente indagata.

L’autrice della lettera anonima raccontava di essere al corrente delle confidenze che la giovane avrebbe fatto ad un’amica. In seguito, le indagini furono portate avanti dal sostituto procuratore Stefania Mininni, coadiuvata dai Carabinieri del NORM di Casarano.

Dall’ascolto delle due minorenni non sarebbe emersa nessuna “traccia” di una stabile “relazione amorosa” o di presunti abusi sessuali per mano del compagno della madre di una di esse.

Eppure, nell’esposto venivano raccontati i “particolari” che la ragazzina avrebbe confidato all’amica: “che è innamorata del compagno della madre, che è il suo principe azzurro e che anche lui ricambia il suo affetto, che con il suo principe fanno l’amore e lei diventa la sua principessa“. A questo punto gli inquirenti decidono di ascoltare il presunto “orco”. L’uomo nega ogni addebito e non solo: nel momento in cui gli viene esibita una parte della lettera anonima, riconosce subito la grafia. Si sarebbe trattata della scrittura di Addolorata Perfetto, la sua ex compagna. La successiva perizia calligrafica, affidata al consulente tecnico della Procura, avrebbe accertato come l’autrice dell’esposto fosse in effetti, proprio lei.

Il pubblico ministero, all’esito delle indagini, chiese l’applicazione della misura cautelare in carcere per Addolorata Perfetto. L’istanza venne però rigettata dal gip Michele Toriello, ritenendo che comunque non vi fosse il pericolo di fuga, d’inquinamento probatorio o di reiterazione del reato.

Ricordiamo che Addolorata Perfetto è già nota alle cronache giudiziarie per una presunta maxi truffa all’INPS. L’avvocatessa fu coinvolta, assieme ad altre persone, in un’inchiesta nella quale, secondo l’accusa, alcune anziane signore dovevano simulare patologie inesistenti di fronte ai medici specialisti della ASL, in modo da ottenere, inducendoli all’errore, falsi certificati. La Perfetto fu condannata in primo grado 7 anni e 5 mesi. In Appello si verificò però un colpo di scena, poiché sia lei che tutti gli altri imputati vennero assolti.



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