Un bunker nella casa natale, era il nascondiglio di Augustino Potenza assassinato un anno fa?

Una scoperta che solleva nuovi interrogativi, ma che potrebbe fornire importanti risposte sull’omicidio di  Augustino Potenza avvenuto la sera del 26 ottobre del 2016 a Casarano. Fu assassinato con 14 colpi di kalasnikov, da due sicari in moto nel parcheggio di un supermercato.

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I Carabinieri del Comando di Casarano, guidati dal comandante Clemente Errico, nella mattinata di ieri hanno individuato un bunker nella casa natale di via Albenga, appartenuta in passato al padre, ma utilizzata anche dal figlio (che viveva però in un’altra abitazione). Nel corso di una perquisizione, difatti, gli inquirenti hanno scoperto nel sottoscala, una porta-muro che dava accesso a un nascondiglio. La stanza segreta di piccole dimensione era vuota. Nel corridoio che conduceva al vano, però, i carabinieri hanno trovato un letto, presumibilmente utilizzato dallo stesso Potenza.

Adesso, bisognerà anzitutto, risalire all’origine di questo bunker. Capire se esisteva già da diversi anni (i lavori effettuati nella casa sembrerebbero piuttosto datati) e se era stato utilizzato durante la latitanza. Potenza era sfuggito, nel luglio del 2005, a un blitz antimafia. Il 42enne di Casarano, il 24 ottobre del 2006, fu catturato dai carabinieri nelle campagne fra Matino ed Alezio, dopo aver appena ricevuto circa 130 mila euro in contanti da due persone, dopo la consegna di due chili di cocaina.

Soprattutto, in che maniera è stato usato, nel periodo in cui Potenza era tornato a piede libero, dopo che, nel luglio del 2014, la Corte d’Assise d’Appello di Taranto lo assolse per il duplice omicidio dei coniugi Fernando D’Aquino e Barbara Toma. Il bunker sarebbe stato utilizzato per occultare, in qualche maniera, i traffici illeciti? Potenza aveva intrapreso l’attività imprenditoriale, ma potrebbe avere svolto un ruolo ancora attivo negli affari più redditizi della malavita organizzata, quali droga, racket delle estorsioni, riciclaggio di denaro sporco; pestando i piedi a qualche elemento di spicco della criminalità, anche su un territorio ben più vasto di quello di Casarano e dintorni. A tal proposito, il bunker sarebbe servito per nascondersi e mettersi a riparo, da chi lo voleva morto?

Infatti, un rapporto di amicizia e di affari legava in passato Tommaso Montedoro ad Augustino Potenza, fino a quando il business e l’odore dei soldi, tanti soldi ha preso il sopravvento sul legame che aveva permesso ai due, insieme, di controllare la piazza dello spaccio. Poi la rottura, firmata con il sangue. Montedoro risulta anche iscritto nel registro degli indagati, poiché ritenuto un possibile mandante dell’omicidio volontario di Augustino Potenza.

L’inchiesta “Diarchia”

Infine, occorre ricordare, che nel maggio scorso la Procura Antimafia ha arrestato 12 persone, nell’ambito dell’inchiesta “Diarchia”. Personaggi di notevole spessore criminale, tra cui Montedoro stesso, accusati di traffico di ingenti quantitativi di droga e detenzione di armi da fuoco. Su quest’ultimo aspetto, non va trascurato naturalmente, il ritrovamento di un vero arsenale, avvenuto nel giugno scorso nella campagne di Casarano.



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