Commenti su Facebook, nuovi elementi sul suicidio della donna di Trepuzzi

Costituiscono un nuovo importante elemento dell’inchiesta sulla morte di Giovanna Trofino, avvenuta nel giugno 2014 e per la quale è finito nel registro degli indagati un uomo che aveva una relazione con lei, con l’accusa di ‘istigazione al suicidio’.

Si sarebbe sfogata su Facebook, esternando tutto il dolore e la rabbia che provava nei confronti  del "suo" uomo, che la maltrattava continuamente.

È quanto emergerebbe dalle conversazioni sul social network di Giovanna Trofino, la 39enne di Trepuzzi che si è tolta la vita, lanciandosi dal balcone della sua abitazione, il 3 giugno di un anno fa.

Questi preziosi documenti, sono stati sbobinati qualche giorno fa dall’ingegnere informatico Luigina Quarta, dopo essere stati trovati dagli investigatori, nella memoria del computer della donna.

Adesso i commenti e le confessioni della Trofino, di cui è stata trovata traccia su Facebook, costituiscono un nuovo importante elemento dell'inchiesta coordinata dal Sostituto Procuratore Donatina Buffelli e condotta dai Carabinieri della Compagnia di Campi Salentina. Difatti, già nel gennaio scorso, il Pubblico Ministero aveva stabilito una riapertura dell'inchiesta, dopo l'opposizione all'archiviazione, inizialmente disposta dal gip Giovanni Gallo. Essa fu presentata dai legali di Giovanna Trofino, gli avvocati Pierpaolo Schiattone, Gaetano Stea e Giovanni Carmine Miglietta, che avrebbero contestato, come la 39enne fosse oggetto, nel corso di un rapporto sentimentale,  di ripetuti episodi di maltrattamenti che avrebbero messo a dura prova il suo stato psicofisico. Dunque il magistrato inquirente dispose d'iscrivere nel registro degli indagati un uomo che aveva una relazione con lei, con l'accusa di "istigazione al suicidio". Nelle scorse settimane, inoltre, la persona indagata è stata sentita dai Militari dell’Arma, così come i familiari della vittima.

La tragedia si consumò la sera del 3 giugno di un anno fa, poco dopo le 22.30 in via Marconi, a Trepuzzi. Dopo aver rovesciato vari oggetti posizionati sul tavolo della cucina, Giovanna Trofino raggiunse il balcone che si affacciava sul cortile interno della propria casa e si lanciò nel vuoto da un’altezza di nove metri. Per la donna non ci fu nulla da fare, nonostante lo stesso uomo che poi risulterà indagato, si fosse precipitato in cortile per chiamare i soccorsi. I sanitari del 118, arrivarono prontamente sul luogo della tragedia, ma non poterono far altro che constatare il decesso. In seguito, in base alle indagini condotte dai Carabinieri, sarebbe emerso che la donna già in passato avesse tentato di togliersi la vita.



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