Concessione demaniale negata per un lido. Rinviato a giudizio un funzionario del Comune di Nardò

Il gip aveva chiesto l’imputazione coatta di Piero Formoso, ritenendo che l’ordinanza del Tar annullava la delibera comunale, imponendo all’amministrazione di procedere al rilascio delle concessioni.

Una complessa vicenda di "rimpallo di responsabilità" sulle autorizzazioni per l'apertura di un lido balneare a Santa Maria a Bagno, per la quale finisce sotto processo un funzionario del Comune di Nardó. Il gup Simona Panzera ha rinviato a giudizio il 61enne Piero Formoso. L'imputato, difeso dagli avvocati Giuseppe e Michele Bonsegna, dovrà presentarsi in data 6 giugno dinanzi ai giudici in composizione collegiale, per l'inizio del processo. 

Al termine delle indagini preliminari, nell'aprile scorso, il pubblico ministero Elsa Valeria Mignone ha chiesto l'archiviazione del procedimento riguardo i reati di abuso e rifiuto di atti d'ufficio. Il pm riteneva che l'ingegnere Piero Formoso, nelle vesti di Dirigente dell'Area Funzionale 2 del Comune di Nardò  "non avesse indebitamente rifiutato un atto del suo ufficio", relativo alla concessione demaniale per la Kaikko sr.l.

Difatti, il funzionario, in data 13 novembre del 2014 aveva riscontrato la domanda della società, ma si era richiamato alla Delibera del 16 ottobre della Giunta Comunale, in base alla quale le autorizzazioni sarebbero state assegnate con dei bandi di gara, da pubblicare nell'anno successivo.

Invece, il gip Antonia Martalò nel dicembre del 2015 accoglieva l'opposizione all'archiviazione dei legali della parte offesa e stabiliva l'imputazione coatta per Formoso, riguardo l'accusa di rifiuto di atti d'ufficio. Il giudice riteneva, così come il pubblico ministero, non  dimostrabile il "dolo specifico" dell'imputato, in merito all'abuso di atti d'ufficio. Il gip, però, aggiungeva che l'ordinanza del Tar annullava la delibera comunale, imponendo all'amministrazione neretina di procedere al rilascio delle concessioni.

Dunque l'imputato Piero Formoso, come dirigente dell'ufficio competente, avrebbe "rifiutato un atto che a seguito della pronuncia del Tar, non trovava più legittimazione nella delibera comunale, non dando nemmeno risposta motivata al richiedente per il ritardo".

Secondo il Tar,  il Comune di Nardò non poteva bloccare l’istruttoria delle domande per realizzare nuovi stabilimenti balneari sul litorale, "vincolando" l’analisi delle richieste di concessione demaniale alla pubblicazione di appositi bandi di gara. I giudici amministrativi, come detto, avevano già accolto la richiesta di sospensiva avanzata dalla società Kaikko srl attraverso l’avvocato Paolo Gaballo.   

I legali di Piero Formoso, gli avvocati Giuseppe e Michele Bonsegna,  hanno chiesto "sentenza di non luogo a procedere". Essi sottolineavano come, anzitutto, il signor Formoso notificava in data 16 gennaio 2015 ( entro i termini previsti) di aver ricevuto la direttiva del Sindaco Marcello Risi, evidenziando che "i suoi contenuti vincolavano la gestione dell'istanza ed incidevano sugli esiti della stessa". A metà gennaio del 2015, Vincenzo De Pace, come legale rappresentante della Kaikko s.r.l. avrebbe presentato ricorso al Tar ( accolto dai giudici amministrativi), notificandolo al Comune di Nardò. Formoso, sostengono i suoi legali, non si sarebbe sottratto dal rispondere alla diffida del querelante, ma avrebbe "fornito le spiegazioni che lo inducevano a non dare esecuzione alla sopra menzionata ordinanza".



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