Concorso universitario irregolare per due cattedre di professore associato? La Procura chiede l’archiviazione

Sarà il gip a decidere se accogliere la richiesta del pubblico ministero. Le indagini presero il via dopo l’esposto presentato dai professori Antonio e Carmelo Gianni Donno e una persona finì nel registro degli indagati per abuso di ufficio.

L'inchiesta della Procura sulle presunte irregolarità nel bando di concorso per due cattedre di professore associato dell’Università del Salento si chiude con la richiesta di archiviazione. L'istanza è salita all'Ufficio Gip. Adesso, sarà il giudice delle indagini preliminari a decidere se accogliere la richiesta del pubblico ministero, Paola Guglielmi.
  
Il giudice potrebbe disporre l'archiviazione del procedimento de plano. In alternativa, il gip potrebbe fissare un'udienza apposita per discutere la richiesta, alla presenza delle parti. Questa "strada" si renderebbe necessaria nel caso in cui la parte offesa presentasse una richiesta di opposizione all'archiviazione.
  
Le indagini presero il via dopo l’esposto presentato dai professori Antonio e Carmelo Gianni Donno, nell'ottobre di due anni fa. I denuncianti erano, all'epoca dei fatti, consiglieri del Dipartimento di studi umanistici e titolari delle cattedre di "Storia dei trattati e politica internazionale", e di "Storia contemporanea e del capitalismo". I due professori vennero anche ascoltati il mese successivo in Procura, dal pubblico ministero Paola Guglielmi. Puntarono il dito sulle procedure relative ai concorsi per associati,  riguardanti le cattedre di "Storia della filosofia" e "Letteratura italiana".
  
La Procura iscrisse una persona nel registro degli indagati con l’accusa di abuso di ufficio. Gli inquirenti verificarono tutte le procedure adottate dal Dipartimento di Studi Umanistici, al fine di nominare le commissioni chiamate a scegliere i candidati per le cattedre di professore associato.
  
Secondo i due professori che presentarono l'esposto in Procura sarebbero state seguite delle procedure "sospette" che avrebbero portato a nomine dirette. Invece, la Procura giunta al termine delle indagini, non ha rilevato irregolarità e ipotesi di reato di natura penale sul concorso "incriminato".



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