Prima dichiara il falso incidente e poi denuncia il cognato: uno condannato, per l’altro prescrizione

Il collegio della seconda sezione penale, ha ritenuto Antonio Giannone, 43enne di Pisignano, colpevole del reato di lesioni personali aggravate  e “fraudolento danneggiamento di beni assicurati”, condannandolo a 5 anni e 10 mesi.

Avrebbe, con la sua macchina, intenzionalmente investito il cognato in moto ed è stato condannato a 5 anni e 10 mesi.

Il collegio della seconda sezione penale ( Presidente Pasquale Sansonetti, a latere Marcello Rizzo ed Annalisa De Benedictis) ha ritenuto Antonio Giannone, 43enne di Pisignano, colpevole del reato di lesioni personali aggravate. I giudici, così come il pm Massimiliano Carducci (chiesti 4 anni e 6 mesi), hanno infatti “riqualificato” l’iniziale accusa di tentato omicidio.

L’imputato è stato condannato, in considerazione della recidiva, anche per “fraudolento danneggiamento di beni assicurati”.

Non solo, anche al risarcimento del danno in separata sede, in favore di Allianz Assicurazioni, costituitasi parte civile ed all’interdizione perpetua dai pubblici uffici.

Anche la vittima di lesioni, però, compariva sul banco degli imputati. Infatti, Francesco Leone, 54enne di Guagnano, rispondeva anch’egli, in concorso con Giannone, di fraudolento danneggiamento di beni assicurati, ma i giudici hanno ritenuto il reato oramai prescritto, seguendo l’orientamento del pm.

L’inchiesta

Per ricostruire la vicenda bisogna fare un passo indietro.

Il 21 luglio 2007 sulla provinciale Strudà-Pisignano, Giannone a bordo della propria vettura, avrebbe travolto la moto di Leone. Infatti, secondo l’accusa, egli avrebbe invaso intenzionalmente la corsia opposta, provocando nell’impatto una serie di fratture (gamba, ginocchio, polso) al cognato che dovette anche sottoporsi a due interventi chirurgici.

La vittima, però, sempre secondo la Procura, avrebbe in concorso con Giannone, con il quale si era messo d’accordo, “alterato gli elementi di prova relativi al sinistro, in modo da farlo ritenere un mero fatto colposo”. Il motivo di tutto ciò? Intascare dall’assicurazione, la liquidazione dei danni per la somma complessiva di 64mila euro. Il piano fu messo in pratica attraverso le false dichiarazioni che i due complici rilasciarono ai carabinieri.

Leone, solo dopo aver conseguito l’integrale risarcimento dei danni (nell’aprile del 2010) , sporse denuncia per “tentato omicidio”.

Il collegio difensivo

Antonio Giannone è assistito dall’avvocato Umberto Leo. Francesco Leone è invece difeso dal legale Amedeo Martina. L’Allianz Assicurazione si è costituita parte civile con l’avvocato Silvio Caroli.



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