Conti correnti postali ‘svuotati’ per comprare auto di lusso. In manette un dipendente delle Poste di Parabita

Più di un milione di euro sparito nel nulla insieme ai risparmi di altri 14 anziani salentini. A finire nei guai sono sei persone tra cui spicca il nome di Cosimo Prete, 55enne responsabile del settore consulenze dell’Ufficio postale di Parabita, unico a finire in manette

Un caso in particolare, troppo eclatante per non destare sospetti. Quel conto corrente postale, appartenente ad una ignara signora di Locri, prosciugato nel giro di poche ore della non modica cifra di un milione e 290mila euro, ha spinto Poste Italiane a segnalare l’anomalia alle autorità competenti. Il metodo utilizzato nella sua semplicità era “ingegnoso”: il libretto della malcapitata è stato duplicato e la copia poi utilizzata per fare acquisti, nella maggior parte dei casi beni di lusso come auto costose, tra cui una Bmw, un’Audi A5 Sportback, e una Ferrari 430 moto Yamaha e orologi Rolex.  

Questo è stato l’inizio di una storia che ha come vittime principali soprattutto gli anziani. L’epilogo, invece, è quello di sei persone finite nei guai. Tra queste spicca il nome di Cosimo Prete, 55enne originario di Parabita e responsabile del settore consulenze dell’ufficio postale del comune salentino raggiunto in mattinata, dalla misura più grave: quella della custodia cautelare. Stando a quanto accertato dal personale della Sezione di Polizia giudiziaria della Procura della Repubblica di Lecce, coadiuvata dalle Squadre Mobili di Roma, Napoli, Lecce e Brindisi, Prete che alle spalle ha un passato da assessore approfittando” in un certo senso del ruolo che ricopriva che gli permetteva non solo di entrare in contatto con i clienti ma anche di instaurare con loro un rapporto quasi di fiducia come accade spesso nei piccoli comuni, si sarebbe impossessato di ingenti somme di denaro, attestando falsamente ai propri clienti di averle investite in strumenti finanziari con la consegna di un modulo di sottoscrizione dell’operazione. Il 55enne, una persona molto conosciuta non solo nel paesino alle porte di Gallipoli che aveva tentato anche l'impresa sportiva diventando Presidente della Toma Maglie nell'anno in cui i giallorossi furono promossi dalla promozione all'eccellenza ora dovrà difendersi dall'accusa di truffa aggravata ai danni della Pubblica amministrazione, falso materiale e frode informatica

Nella sua rete, oltre alla donna di Locri, sarebbero cadute almeno altre quattordici vittime, per lo più pensionati che avevano affidato all'insospettabile professionista tutti i risparmi di una vita, ma l’impressione, come emerso nel corso della conferenza stampa con il Procuratore Capo, Cataldo Motta, è che il numero possa aumentare nelle prossime ore.

Gli altri cinque indagati, Marcolino Andriola, 48enne di Cellino San Marco; Pierluigi Anelli, 47enne romano, Stefania De Matteo, 49enne sempre romana, Luigi Cecere, 27enne, e Antonio Silvestri, di 40 anni residenti a Casavatore, nel napoletano, sottoposti agli arresti domiciliari, dovranno difendersi dall’accusa di riciclaggio.