Costrinse Minelli a dimettersi dal Centro Imid? Il Presidente dell’Ordine dei Medici Luigi Pepe rischia di finire sotto processo

Adesso sarà il gip a fissare la data dell’udienza preliminare. Luigi Pepe risponde delle ipotesi di reato di concussione, abuso d’ufficio aggravato, diffamazione continuata, stalking, violenza o minaccia per costringere a commettere un reato.

Dopo la chiusura delle indagini sulle presunte pressioni sul Centro Imid di Campi Salentina e il suo dirigente Mauro Minelli, la Procura leccese chiede il rinvio a giudizio per Luigi Pepe. Dunque, il pubblico ministero Paola Guglielmi esercita l'azione penale nei confronti del Presidente dell'Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della Provincia di Lecce che rischia di finire sotto processo. Adesso sarà il gip a fissare la data dell'udienza preliminare, in seguito alla quale deciderà se accogliere l'istanza del sostituto procuratore oppure prosciogliere l'imputato dall'accusa. 
  
Ricordiamo che nel luglio scorso, il pubblico ministero Paola Guglielmi ha notificato l'avviso di conclusione delle indagini al 70enne di Surano, Luigi Pepe. Successivamente, il Presidente dell'Ordine dei Medici ha chiesto di essere interrogato per chiarire la propria posizione. Pepe, assistito dagli avvocati Luigi Covella e Mariangela Pepe è stato ascoltato nel corso di cinque lunghe sedute, in cui ha respinto ogni addebito. Naturalmente sul contenuto dell'interrogatorio vige il massimo riserbo. Inoltre, i suoi legali hanno presentato una corposa "memoria difensiva ".
  
L'inchiesta prese avvio dalla denuncia presentata il 17 settembre 2014 da Minelli, seguita da numerose integrazioni. Luigi Pepe risponde delle accuse di concussione, abuso d'ufficio aggravato, diffamazione continuata, stalking, violenza o minaccia per costringere a commettere un reato.
  
Riguardo l'ipotesi di concussione, il pm ritiene che il Presidente dell'Ordine dei Medici abbia abusato delle sue qualità e dei suoi poteri. Anzitutto, fino al 19 luglio del 2013, avrebbe costretto il  dr. Mauro Minelli, a dimettersi dal ruolo di responsabile dell'Imid (Centro di Cura delle Malattie Rare), allo scopo di ottenere la chiusura di tale struttura sanitaria. Per raggiungere l'obiettivo, egli avrebbe fatto ricorso a minacce verso Minelli ed i suoi collaboratori.
  
Pepe risponde anche dell'accusa di abuso d'ufficio aggravato. Fino al mese di aprile di quest'anno, avrebbe messo in atto cinque procedimenti disciplinari contro Minelli, mentre si sarebbe dovuto astenere, in considerazione dell'ostilità pubblicamente manifestata nei confronti del Direttore dell'Imid.
  
La Procura ipotizza anche il reato di diffamazione a carico del Presidente dell'Ordine dei Medici. Pepe ad esempio nella conferenza stampa del 4 ottobre, avrebbe definito Minelli "persona poco chiara, millantatore, usurpatore di titoli, truffatore, incompetente ecc. Il Presidente dell'Ordine dei Medici deve difendersi anche dell'accusa di stalking. Egli avrebbe messo in atto, a partire dal dicembre del 2012,  una serie di atti persecutori nei confronti di Minelli, consistenti in telefonate, lettere. Questi comportamenti avrebbero cagionato nella presunta vittima, stati d'ansia e depressivi che l'avrebbero indotto ad allontanarsi da Lecce e dalla sua famiglia.
  
Inoltre, vi è l'ipotesi di reato di "violenza o minaccia per costringere a commettere un reato". Pepe, il 5 aprile di quest'anno, avrebbe chiesto per mezzo di minacce, al Presidente dell'associazione di malati di S.C.M. (sensibilità chimica multipla, patologia di cui si occupava l'IMID), nonché paziente di Minelli, di calunniare quest'ultimo. In che modo? Invitandola a scrivere in sua presenza, una lettera ai Carabinieri .
  
La chiusura delle indagini, durate circa sei mesi, è arrivata dopo che il gip Alcide Maritati ha accolto l'opposizione alla richiesta di archiviazione dei legali della parte offesa, il dr. Mauro Minelli. Gli avvocati Giuseppe Terragno e Anna Centonze, difensori dell'ex Direttore del Centro di Cura delle Malattie Rare, avevano presentata l'istanza all'Ufficio Gip, dopo che il pubblico ministero Paola Guglielmi aveva chiesto di archiviare il procedimento.



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