La fuga di gas, poi il crollo: madre e figlio iscritti nel registro degli indagati per disastro colposo

Madre e figlio rimasti feriti nel crollo della palazzina di Martano sono stati iscritti nel registro degli indagati per disastro colposo dal PM Massimiliano Carducci.

Il boato che ha rotto il silenzio di una tranquilla notte di gennaio, poi il crollo di una palazzina che si affaccia su una delle stradine principali del centro storico di Martano. Il bilancio dell’esplosione, causata probabilmente da una fuga di gas che ha arrecato danni anche alle abitazioni vicine a quella sventrata, è stato due feriti: un 50enne trasportato d’urgenza nel reparto Grandi ustionati dell’ospedale “Perrino” di Brindisi e una 86enne ricoverata in stato di choc a Scorrano. Madre e figlio che ora sono stati iscritti nel registro degli indagati dal Pubblico Ministero Massimiliano Carducci, titolare del fascicolo di indagine.

L’ipotesi di reato contestata è quella di disastro colposo. Al momento si tratta di un atto dovuto, in vista dei risultati degli accertamenti svolti dopo la tragedia al fine di accertare eventuali responsabilità.

La ricostruzione dell’accaduto

Mancavano cinque minuti alle quattro, quando la deflagrazione ha completamente distrutto l’abitazione in via Margoleo, trasformata in un cumulo di macerie e danneggiato le altre vicine. L’esplosione – secondo quanto ricostruito dai carabinieri e dai vigili del fuoco giunti sul posto – sarebbe stata causata da una fuga di gas. Questa l’ipotesi più accreditata dopo il sopralluogo che ha permesso di ‘scoprire’ due bombole con la manopola di chiusura aperta.

Il responsabile dell’Ufficio Tecnico del Comune di Martano aveva dichiarato inagibile l’immobile e disposto la chiusura della strada per permettere ai caschi rossi di rimuovere le macerie.



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