Duplice omicidio di Campi Salentina: Franz Occhineri condannato all’ergastolo

Il 36enne era accusato dell’omicidio volontario, in concorso con Mino Perrino e Francesco Cippone, di Luca Greco e Massimiliano Marino, avvenuto il 10 marzo 2013. La Corte di Assise ha accolto la richiesta del carcere a vita, già avanzata dal pm nella scorsa udienza.

Si è concluso pocoi fa con la condanna all'ergastolo per Franz Occhineri, il processo di primo grado sul duplice omicidio di Luca Greco e Massimiliano Marino. Il 36enne di Campi Salentina era accusato di omicidio volontario, aggravato dalla premeditazione e dall’aver agito con crudeltà ed occultamento di cadavere, in concorso con Mino Perrino 39enne e Francesco Cippone 33 anni, suoi concittadini (già condannati al carcere a vita nel processo celebratosi in abbreviato).
 
Il verdetto dei giudici della Corte di Assise di Lecce, Presidente Roberto Tanisi, a latere Francesca Mariano, conferma la richiesta del carcere a vita per Franz Occhineri, avanzata dal pubblico ministero Giuseppe Capoccia. Il collegio ha anche disposto l'isolamento diurno per tre mesi e l'interdizione perpetua dai pubblici uffici. Inoltre la Corte di Assise ha condannato Occhineri al risarcimento danni per ciascuna delle sei parti civili, difese dagli avvocati Elvia Belmonte e Giuseppe Lefons da liquidarsi in separato giudizio; l'assegnazione di una provvisionale di 30.000 per ciascuna di esse. Le motivazioni della sentenza saranno comunque depositate entro il termine di 60 giorni". Egli, all'inizio della sua requisitoria tenutasi il 20 ottobre scorso, ha sottolineato la mancanza di collaborazione di Occhineri nel corso delle indagini (questi avrebbe affermato di non sapere nulla della vicenda); nonostante il pm, durante il loro primo incontro, gli avesse chiesto di dire tutto quello che sapeva sul duplice omicidio.
 
Secondo la ricostruzione degli inquirenti (le indagini sono state condotte dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Lecce) Perrino e Occhineri sarebbero partiti assieme dalla casa del primo, in direzione località "Monticelli", dove si sarebbe consumato l'omicidio. Essi avrebbero condotto Marino e Greco, (arrivarono con la macchina del primo) presso una casa in costruzione nelle campagne di Campi Salentina, dove ad attenderli c'era anche Cippone. I tre amici avrebbero prima pugnalato Greco, con ben quindici fendenti ed esplodendogli poi contro anche un colpo di pistola e con la stessa arma avrebbero sparato diverse volte contro Marino. Successivamente, Perrino, Cippone ed Occhineri si sarebbero adoperati ad incendiare, in un luogo lontano da quello dell’omicidio, la Lancia Lybra di Massimiliano Marino. I tre complici si sarebbero creati un alibi per le 17 (Occhineri avrebbe preso un caffè presso una stazione di benzina, mentre Perrino si sarebbe recato con il figlio a prendere un gelato). Riguardo l'operazione di occultamento di cadavere, essa sarebbe avvenuta nella tarda serata; assieme al complice Luigi Tasco, avrebbero soppresso i cadaveri di Greco e Marino, trasportandoli in un’altra località e gettandoli in una cisterna colma dacqua.
 
Il Pubblico Ministero, già nella requisitoria del processo in abbreviato per gli altri due imputati, aveva ritenuto "debole" il movente passionale, in base al quale l'omicida reo confesso, Perrino avrebbe agito spinto dalla gelosia per gli apprezzamenti e le avances di Marino, nei confronti di sua moglie ed ex compagna di Occhineri, mentre Luca Greco avrebbe avuto solo il ruolo di scomodo testimone.
 
Illuminanti, secondo il pm Capoccia, le parole di Tasco che avrebbe detto, in riferimento all'omicidio compiuto da Perrino, Cippone ed Occhineri, la frase non coinvolgetemi nei "cazzi vostri", che interpretando il linguaggio criminale, si riferirebbe ad affari illeciti. Sempre nella scorsa udienza, hanno discusso gli avvocati di parte civile Elvia Belmonte (per i familiari di Greco) e  Giuseppe Lefons, (per quelli di Marino). Essi si sono allineati alle conclusioni del sostituto procuratore Capoccia.
 

Quest'oggi, invece, ha preso la parola il difensore di Franz Occhineri, l'avvocato Antonio Savoia. Egli ha rimarcato il diritto del proprio assistito di avvalersi della facoltà di non rispondere, nonostante le "insistenze" a riferire quello che sapeva da parte del pm. Il legale ha chiesto l'assoluzione di Occhineri per il reato di omicidio volontario, aggravato dalla premeditazione e dall’aver agito con crudeltà. L'avvocato Antonio Savoia ritiene che Occhineri debba rispondere unicamente di occultamento di cadavere. Egli avrebbe raggiunto Perrino e Cippone soltanto in un secondo momento, presso località Monticelli, e comunque successivamente all'omicidio. Occhineri afferma il difensore "si sarebbe trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato".



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