Austria, un’esplosione ferma le forniture di gas dalla Russia. Calenda ‘stato di emergenza perché non abbiamo Tap’

Il flusso di gas dalla Russia verso l’Italia è stato interrotto. Per questo, il ministro dello Sviluppo economico ha dichiarato lo stato di emergenza.

incendio

È esploso il più grande impianto di ricezione e distribuzione di gas in Austria. L’incidente – avvenuto nel terminal di Baumgarten, a pochi chilometri da Vienna –  ha provocato un morto e decine di feriti e avrà delle conseguenze anche in Italia, dove le forniture di gas proveniente dalla Russia sono a rischio. Anzi, sono state interrotte «fino a ulteriori comunicati», come si legge sul sito di Gas Connect.

La situazione, al momento, è sotto controllo grazie agli stock sotterranei esistenti, ma è stato dichiarato lo “stato di emergenza“ come annunciato dal ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda. Una procedura che, a suo dire, non sarebbe scattata se fosse già attivo il gasdotto che – viaggiando per sette paesi – porterà ogni anno dieci miliardi di metri cubi di gas azero in Europa centrale, aprendo il cosiddetto corridoio meridionale del gas.

«Abbiamo un problema serio, di dipendenza dalla Russia, per quanto riguarda le forniture di gas – ha dichiarato Calenda –  e in Puglia c’è chi fa la guerra al Tap, invocando addirittura il sabotaggio, con il governatore Emiliano che, anche lì, ha fatto ricorso al Tar e lo ha perso».

Le cause non sono ancora chiare, la polizia parla di “incidente”. Altri di “guasto tecnico”.

«Le esplosioni sono il motivo per cui i terminali dei gasdotti non devono essere costruiti in prossimità dei centri abitati come prevede il progetto di Tap, dove si mette a repentaglio la vita delle persone» dichiarano dal Movimento No-Tap che, in una nota, hanno commentato quanto accaduto in Austria. «Calenda, anziché rinchiuderti nelle “stanze dei bottoni”, prova a informarti! Il popolo – scrivono – è stufo di questo sistema, che specula sulla vita della gente, ma tanto, per voi, come ci è stato detto da chi, purtroppo, ha vissuto sulla propria pelle la tragedia del vostro arrivismo, “è più semplice risarcire una vittima piuttosto che badare alle norme di sicurezza”».



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