Evase mentre si trovava al ‘Fazzi’ per un controllo, ‘Triglietta’ sarà giudicato con il rito abbreviato

Il processo verrà celebrato in abbreviato il 19 aprile. Fabio Perrone fuggì il 6 novembre 2015, durante un accertamento medico al Vito Fazzi. Invece, Stefano Renna accusato di favoreggiamento, chiederà il patteggiamento.

L'ex latitante Fabio Perrone, soprannominato "Triglietta", sarà giudicato con il rito abbreviato per l'evasione dal carcere, ottenuta a seguito della fuga durante un accertamento medico al "Vito Fazzi".
 
Il 42enne di Trepuzzi, scappò il 6 novembre 2015, per essere poi riacciuffato il 9 gennaio del nuovo anno nel suo paese natale. Perrone difeso dall'avvocato Ladislao Massari, dovrà presentarsi innanzi al gup Vincenzo Brancato per l'udienza preliminare. Il processo verrà celebrato in abbreviato il 19 aprile nell'aula bunker di Borgo San Nicola e ci si attende un notevole spiegamento di forze  dell'ordine.
 
Perrone risponde dei reati di evasione e detenzione di arma da fuoco."Triglietta" durante l'udienza di convalida dell'arresto del gennaio scorso, innanzi allo stesso giudice, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Ildr. Brancato ha convalidato l'arresto, disponendo la misura cautelare del carcere; pochi giorni dopo, l'ex evaso è stato trasferito nel carcere di massima sicurezza di Catanzaro.
 
Intanto, il 1 febbraio scorso è arrivata per  lui, la condanna all'ergastolo anche in secondo grado. La Corte d'Assise d'Appello gli ha inflitto la pena del carcere a vita, nel processo celebratosi con il rito abbreviato. Perrone è l'omicida reo-confesso del cittadino montenegrino Fatmir Makovic e l'autore del ferimento del figlio, avvenuto all’interno del bar “Gold” di Trepuzzi. Triglietta fu condannato alla pena dell'ergastolo, dal gup Simona Panzera ed in seguito, come raccontato in precedenza, evase dal carcere proprio mentre scontava la pena inflittagli in primo grado.
 

"Triglietta" durante la latitanza, si è avvalso della copertura e dell'aiuto concreto di una vasta rete di fiancheggiatori, tra cui Stefano Renna, 32enne di Trepuzzi, gestore del Barott8. L’uomo è, però, soprattutto, il proprietario dell'appartamento di via 2 giugno n. 54, dove venne arrestato Perrone all'alba del 9 gennaio 2016. Renna, accusato di favoreggiamento e detenzione illegale di armi e munizioni da guerra, chiederà il patteggiamento innanzi al giudice delle indagini preliminari. Infatti, il suo difensore, l'avvocato Luigi Rella ha "concordato" la pena di 3 anni e 6 mesi con il pubblico ministero Stefania Mininni.



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