Falso certificato per un impianto fotovoltaico a Nardò? Un imputato assolto, l’altro condannato

In merito all’abusivismo edilizio è intervenuta la prescrizione ed è stata così dichiarata l’estinzione del reato, per tutti e tre gli imputati. Le presunte irregolarità di natura urbanistica e amministrativa si sarebbero consumate, secondo la Procura, nel 2011.

Avrebbero, secondo l'accusa, realizzato un impianto fotovoltaico nei dintorni di Nardò senza rispettare le leggi in materia urbanistica e amministrativa, ma il processo si conclude con una sola condanna per falso.

La sentenza è stata emessa dal giudice Sergio Tosi della prima sezione monocratica, nelle scorse ore. In merito all'accusa di abusivismo edilizio è intervenuta la prescrizione ed è stata così dichiarata l'estinzione del reato per tutti e tre gli imputati: il 30enne di Novoli, Antonio Martella, amministratore unico della società Geoenergetica srl e committente dei lavori, difeso dagli avvocati Vincenzo Magi e Luigi Rella; il 46enne di Lecce, Giampiero Rizzo titolare della ditta esecutrice dei lavori, avvocati Luigi Rella e Antonio Simone; il 53enne Dario Prete di Nardò, direttore dei lavori, difeso dall'avvocato Viola Messa.

Riguardo il reato di falso ideologico, il giudice ha condannato Prete a 4 mesi, disponendo anche la sospensione dall'attività professionale per la durata della pena; mentre Martella è stato assolto "per non aver commesso il fatto". In base alla tesi difensiva, accolta dal giudice, il 30enne di Novoli, avrebbe agito senza "dolo"; egli non poteva sapere che lo stato dei luoghi che gli era stato prospettato, fosse differente, da quanto era scritto nel certificato da lui controfirmato.

Secondo l'accusa rappresentata dal procuratore aggiunto Ennio Cillo i tre imputati nel gennaio del 2011, in base ai rispettivi ruoli, avrebbero eseguito dei lavori per realizzare un impianto fotovoltaico in agro di Nardò, commettendo alcune irregolarità in materia urbanistica. Anzitutto, la DIA ( denuncia di inizio attività ) non avrebbe mai conseguito il necessario parere paesaggistico, pur essendo l'area compresa della zona D del PUTT. Inoltre, le opere realizzate  avrebbero violato le distanze minime obbligatorie dai confini e dalle strade. Infine, il progetto non avrebbe previsto una superficie doppia di quella radiante da destinarsi all'agricoltura e alcune opere sarebbero state realizzate "difformemente", rispetto a ciò che prevedeva il progetto stesso.

Invece, Prete e Martella rispondevano anche del reato di falso (Martella è stato però assolto dal giudice), poiché nella comunicazione di fine lavori, firmata il 30 dicembre del 2010, avrebbero attestato che erano stati completati i lavori per l'impianto, in data 29 dicembre. Inoltre, Prete avrebbe allegato un certificato di collaudo finale, controfirmato da Martella, che attestata come i lavori fossero conformi alla DIA.



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