Feto morto all’Ospedale di Tricase: un altro medico indagato per procurato aborto

Salgono a tre i nomi dei medici indagati e non dovrebbero essere più notificati ulteriori avvisi di garanzia. Il pm, poiché l’iscrizione è un atto dovuto in vista dell’esame autoptico, la mattina del 9 marzo conferirà l’incarico al medico legale.

Il nome di un altro medico dell'Ospedale di Tricase finisce nel registro degli indagati con l'accusa di "procurato aborto". Il caso di presunta "colpa medica", confluito nell'inchiesta sul feto morto di un neonato, muove un ulteriore passo.
 
Salgono dunque a tre i nomi dei medici indagati del reparto di Ostetricia e Ginecologia e nei prossimi giorni non dovrebbero essere più notificati ulteriori avvisi di garanzia. Naturalmente, l'iscrizione è un atto dovuto in vista dell'esame autoptico e gli indagati potranno nominare un proprio avvocato difensore. L'autopsia dovrebbe essere eseguita il 9 marzo, dopo che il pubblico ministero di turno, Stefania Mininni avrà conferito l'incarico al medico legale Roberto Vaglio.
 
Si  potranno così avere le prime risposte su questa tragedia e dunque sarà possibile capire se ci siano state negligenze e responsabilità da parte del personale medico. In particolare, il pm vorrebbe verificare se effettivamente il feto, fosse già morto prima del parto cesareo, come dichiarato dal personale medico.  Nella giornata di ieri, la dr.ssa Mininni ha disposto, attraverso i Carabinieri di Tricase, l'acquisizione delle cartelle cliniche e provveduto all'identificazione del personale medico che ha assistito la donna presso l'Ospedale "Panico", durante i cinque giorni di ricovero. Il pm aveva poi iscritto nel registro degli indagati, i nomi di due medici con l'accusa di "procurato aborto", a cui oggi se ne è aggiunto un terzo.
 
Ricordiamo che mercoledì mattina, infatti, presso il nosocomio tricasino, i medici del reparto di Ostetricia e Ginecologia avrebbero estratto dopo il parto cesareo, il feto morto di un neonato.  Gli inquirenti hanno avviato le indagini, a seguito della denuncia presentata presso i Carabinieri dal papà, un 36enne, subito dopo avere appreso la tragica notizia. La compagna, una ragazza di 25 anni, alla 27esima settimana di gravidanza, era stata ricoverata al nosocomio del suo paese, per delle perdite di liquido amniotico.
 
I medici, secondo quanto riportato dall'uomo in sede di denuncia, avrebbero rassicurato la coppia circa le condizioni del nascituro e in merito al quadro clinico della paziente. Un primo esame strumentale eseguito nel pomeriggio di martedì scorso, aveva dato delle risposte positive. Invece, nelle prime ore della giornata di mercoledì  è arrivata la tragica notizia. L'ultimo tracciato effettuato dallo staff medico, avrebbe evidenziato la morte del feto. I medici avrebbero così provveduto ad eseguire un taglio cesareo per estrarre il corpicino oramai inerme.   



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