Filmini con scene di sesso tra minorenni, chiesto il rinvio a giudizio per sette studenti

L’inchiesta è stata chiusa nel maggio scorso e tra gli indagati compare anche la 16enne che aveva sporto denuncia. Intanto la Procura ordinaria sta vagliando la posizione di un prete che risponde della accuse di detenzione e divulgazione di materiale pornografico.

Gli studenti minorenni coinvolti nel vorticoso giro di video hard, dovranno presentarsi innanzi ad un giudice. 
 
Il pm Anna Carbonara del Tribunale per i Minorenni ha chiesto il rinvio a giudizio per sette ragazzi, tra cui compare anche il nome della 16enne che aveva sporto denuncia, attraverso la madre. Il gup Aristodemo Ingusci ha fissato l'udienza preliminare per il 15 dicembre. Gli indagati, all'epoca dei fatti tutti minorenni, rispondono a vario titolo ed in diversa misura, dell'accusa di detenzione, produzione e divulgazione di materiale pedopornografico. Tre ragazzini risiedono a Lecce, due a Trepuzzi, uno a Cellino San Marco ed un altro a Melendugno. La maggior parte di essi frequenta un noto liceo leccese, mentre due indagati, una scuola privata del capoluogo salentino.
 
Adesso gli avvocati dei sette imputati sceglieranno la linea difensiva da adottare. Essi potrebbero optare per la richiesta di "messa alla prova", al fine di evitare un processo penale.
 
I minori protagonisti della vicenda a "luci rosse" sono difesi da: Vincenzo Magi, Mario Fazzini, Michele Palazzo, Cristiano Solinas, Massimiliano Petrachi, Francesco De Iaco, Cosimo Rampino, Umberto Bisciotti.
 
Ricostruiamo le varie fasi dell'inchiesta avviata alla fine di aprile 2015 e conclusasi nel maggio scorso. Il 22 aprile del 2015, la Dirigente Scolastica di un Liceo di Lecce si presenta innanzi agli uomini della sezione di polizia giudiziaria presso il Tribunale dei Minorenni. Nel verbale di dichiarazioni spontanee redatto dagli investigatori, racconta di avere ricevuto alcuni alunni della sua scuola ed i loro genitori che le riferivano  di un video, inviato su un gruppo Whatsapp; esso ritraeva una studentessa del liceo, durante un rapporto sessuale con un altro minorenne, mentre un giovane li filmava con il telefonino. I protagonisti del video "hot" erano compagni di classe.
 
I due studenti hanno confermato, innanzi alla Dirigente e poi agli inquirenti, l'esistenza del filmato. Questi hanno aggiunto, però, che la compagna di classe sapeva di essere filmata ed era consenziente, sia per i rapporti sessuali, quanto sul fatto di essere ripresa. I due liceali hanno riferito di ulteriori video; venivano fatti circolare su Whatsapp da diverse persone ma non da loro e ritraevano scene di sesso tra altri studenti minorenni e la ragazzina. Il giorno dopo, la giovane  ha ribadito quanto riferito in presidenza dinanzi agli investigatori, aggiungendo di essere a conoscenza che il primo video fosse stato inserito su un noto sito porno.  Anche su questo aspetto è stato aperto un fascicolo d'indagine a carico di ignoti, con l'accusa di detenzione e divulgazione di materiale pornografico.
 
Nei giorni successivi, la madre della minorenne (all'epoca dei fatti 16enne) presenta una denuncia; i due alunni vengono iscritti nel registro degli indagati, mentre la loro compagna di classe risulta "parte offesa". Il genitore riferisce agli inquirenti che per quanto raccontatagli dalla figlia, ci sarebbero quattro video che riprendono la ragazzina durante atti sessuali con minorenni. Sarebbero stati realizzati fuori dalla scuola. I giovani studenti utilizzavano appartamenti, nella disponibilità di genitori, zii e nonni. I video sarebbero stati girati all'insaputa della figlia e messi in circolazione contro la sua volontà. Gli ultimi due filmati sarebbero stati realizzati da altri minorenni, frequentanti una scuola privata di Lecce.  Tre nuovi nominativi di studenti finiscono nel registro degli indagati. Intanto, l'inchiesta si arricchisce di nuovi particolari. Infatti su un emittente locale, nel frattempo, sarebbe andato in onda un servizio che riguardava la vicenda "hot" tra studenti minorenni.
 
Nei mesi successivi, viene depositata la consulenza tecnico informatica sui telefoni degli indagati e della persona offesa. Dopo un'attenta analisi, sarebbero emersi nuovi importanti elementi ai fini delle indagini; la 16enne avrebbe inviato diversi video su Whatsapp, con espliciti riferimenti a nomi e cognomi dei protagonisti, oltre a fotografie dal contenuto pornografico autoprodotte. Durante le indagini, sono stati ascoltati una ventina testimoni (soprattutto loro coetanei), come persone informate dei fatti. Nel febbraio del 2016, la ragazza viene iscritta nel registro degli indagati, così come un altro minorenne. A questo punto, sono sette gli indagati. La giovane liceale nel verbale d'interrogatorio, avrebbe ammesso gli addebiti, dichiarando di aver partecipato a quei video soltanto per attirare l'attenzione di alcuni protagonisti della vicenda. Inoltre avrebbe affermato di essere consapevole che il rapporto sessuale del 10 marzo 2015 sarebbe stato filmato.
 
Dalla consulenza tecnica della Procura, emergerebbe anche il nome di un prete che avrebbe inviato il primo video, "anticipando" all'interlocutore di poter mandare anche altri filmati. L'uomo è stato iscritto nel registro degli indagati con l'accusa di detenzione e divulgazione di materiale pedopornografico. La posizione del sacerdote è finita al vaglio della Procura ordinaria. Come quella di un maggiorenne della provincia di Taranto, che avrebbe creato un "evento" in cui  "invitava ad accoppiarsi" con la ragazzina. Le indagini condotte dal sostituto procuratore Maria Vallefuoco sono ancora in corso.
 



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