Fondi destinati alla riconversione industriale di Bat: la Procura indaga per una presunta truffa

L’inchiesta è coordinata dal procuratore aggiunto Antonio De Donno e condotta dai finanzieri del Nucleo di polizia tributaria. Sono due gli esposti che hanno dato il via alle indagini.

La Procura leccese apre un'inchiesta sulla gestione dei fondi dell’ex manifattura Tabacchi. Dunque, sull'utilizzo dei soldi, destinati dalla Regione per i corsi di formazione e riqualificazione dei dipendenti.

Cinque milioni di euro che, come ipotizzato dagli inquirenti, potrebbero invece essere stati utilizzati per altre finalità, come il pagamento degli ammortizzatori sociali. Si indaga anche sull'ingente somma di denaro messa a disposizione da Bat (British American Tobacco) per la riconversione industriale della società. Si tratta di ben 48 milioni di euro che sarebbe stata messa a disposizione di tre aziende per l'assorbimento del personale.

L'accordo fu firmato il 2 dicembre del 2012 dal Ministero dello Sviluppo, Bat, Regione Puglia e sindacati. Difatti, due anni prima la British American Tobacco annunciò la vendita della manifattura e la delocalizzazione all'estero della produzione.
 
L’inchiesta è coordinata dal procuratore aggiunto Antonio De Donno e condotta dai finanzieri del Nucleo di polizia tributaria. Sono due gli esposti che hanno dato il via alle indagini. Il primo fu presentato nell'ottobre di quattro anni fa, da 80 lavoratori. Successivamente, la sede romana ha sollecitato ulteriori accertamenti sull'utilizzo dei suddetti 48 milioni di euro erogati dall'azienda.

Il reato ipotizzato dalla Procura leccese in entrambi i casi è quello di truffa.

Intanto sul fronte occupazionale, occorre ricordare che è scaduta la mobilità per 60 dipendenti e nei prossimi mesi c'è il rischio di altri licenziamenti.



In questo articolo: