Polemiche e lavori corrono in parallelo se l’argomento è il gasdotto della Trans Adriatic Pipeline. Mentre il Consorzio che lo gestisce ha pubblicato alcuni bandi di prequalificazione per la costruzione della tratta sottomarina, quella onshore appunto, e del terminale di ricezione (a tal proposito c’è tempo fino al 22 aprile prossimo per la presentazione delle manifestazioni di interesse) c’è chi ancora spera che non sia la spiaggia di San Foca, nella bellissima marina di Melendugno, l’approdo del metanodotto che, come è ormai noto, porterà il gas naturale dall'Azerbaijan all'Europa, passando per il Salento.
Al momento non esistono alternative né quelle presentate sono state considerate valide e percorribili, tant’è che la Presidenza del Consiglio dei Ministri, al termine del quarto incontro che si è tenuto nei giorni scorsi presso il Dipartimento per il coordinamento amministrativo, ha considerato chiusa la seconda fase di consultazioni. Il confronto è stato rinviato a lunedì prossimo, 30 marzo ma la strada sembra tutta ormai in discesa.
Insomma, tra botta e risposta, polemiche e comunicati, discussioni e litigi, la partita non è ancora chiusa. Chi fin da subito si è dimostrato contrario all’opera continua la sua battaglia e non si ferma, così come fa, del resto, anche la Trans Adriatic Pipeline. Questa mattina, però, i tecnici della società incaricata da TAP per effettuare i sondaggi geotecnici nell’area del Terminale di Ricezione e lungo il percorso a terra del gasdotto, al loro rientro sul cantiere, hanno trovato una spiacevole sorpresa: ignoti molto probabilmente con la complicità della notte, hanno danneggiato la strumentazione tecnica presente in campo.
I lavori sono pertanto sospesi e al momento sono in corso indagini nel tentativo di far luce sull'accaduto, ma niente paura: i sondaggi riprenderanno regolarmente nei prossimi giorni.