Il matrimonio era regolare. Assolta ex badante albanese accusata di aver raggirato anziano

Nel processo di oggi, il Gup Antonia Martalò ha accolto la tesi dell’avvocato Tony Indino, difensore della 66enne Tatjana Xhelilaj, il quale sosteneva che, l’albanese non era la badante dell’80enne Antonio Miggiano, ma la sua compagna con cui stava insieme da tempo.

Si è conclusa con l'assoluzione, la vicenda della donna albanese accusata di avere, prima sposato "per interesse" un ottantenne di Melissano, di cui sarebbe stata la badante, approfittando del suo stato precario di salute e poi, una volta deceduto l'anziano e malandato signore, di attingere indisturbata alle sue finanze. Tatjana Xhelilaj di 66 anni è stata assolta oggi, nel processo celebratosi con il rito abbreviato dal Gup Antonia Martalò che ha accolto la tesi della difesa, rappresentata dall'avvocato Tony Indino, il quale sosteneva che, ella non era affatto la badante di Antonio Miggiano, ma la sua compagna con cui condivideva la propria esistenza da molto tempo.

L'uomo, infatti, dopo essere rimasto vedovo per due volte (con la prima moglie è stato sposato per trent'anni ed ha avuto due figli), conosce nel 2010 la donna albanese (amica della cognata dell'uomo) ed ella per circa tre anni si prende cura di lui. Inoltre, sempre secondo la tesi difensiva, l'anziano melissanese era lucido quando sposò Tatjana, prima di morire appena quattro giorni dopo il matrimonio, a causa di un tumore.

Il Pm Emilio Arnesano, invece, nell'udienza preliminare odierna aveva chiesto la condanna ad 1 anno e 2 mesi per Tatjana Xhelilaj, con l'accusa di "circonvenzione d'incapace" ed il risarcimento danni di 200mila euro per ciascuno dei due parenti dell'uomo di Melissano, costituitisi parti civili e difesi dagli avvocati Luigi Rella e Tommaso Valente. I fatti contestati ed oggetto d'indagini, risalirebbero al 12 aprile del 2013, quando l'ottantenne Antonio Miggiano venne ricoverato presso l'ospedale di Gallipoli, per poi essere dimesso il giorno seguente. L'uomo, pare che versasse in condizioni disperate, a causa di un male incurabile.

Il 14 aprile, però, i due decisero di sposarsi ed il matrimonio venne celebrato alla presenza dei soli testimoni (un avvocato per lui, l'amica albanese per lei), e dell'ufficiale di Stato civile. I figli di Miggiano, invece, lo avrebbero saputo soltanto dalla cugina. Questi ultimi, due giorni dopo, sporsero denuncia presso la caserma dei carabinieri di Melissano e cominciarono così le prime indagini. In data 18 aprile, nel frattempo, l'ottantenne di Melissano, a causa dell'aggravarsi delle sue condizioni di salute, muore. I figli, allora, effettuano degli accertamenti bancari, dai quali si evincerebbe che il conto corrente del genitore era stato prosciugato, a partire dal maggio 2012, da quella che essi considerano soltanto la badante del padre.

Ricordiamo che nel dicembre del 2013, il Gip Annalisa De Benedictis decise di disporre nuove indagini, come richiesto dagli avvocati di parte civile Rella e Valente, respingendo la richiesta di archiviazione del titolare dell'inchiesta, il PM Donatina Buffelli e dell'avvocato Indino che difendeva la donna albanese. Furono così ascoltati altri testimoni, tra cui il sindaco che li sposò e i testimoni di nozze. Si è così giunti all'udienza preliminare odierna, nella quale il Gup Martalò ha accolto la richiesta, avanzata dall'avvocato Tony Indino, di "giudizio abbreviato condizionato all'esame dell'imputato" e dopo aver ascoltato la protagonista della vicenda, ha provveduto ad emettere la sentenza di assoluzione per la donna albanese.



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