Inchiesta Tap, conferito l’incarico ai periti per “sciogliere” il nodo Seveso

Ricordiamo che nella scorsa udienza, il giudice ha rigettato la richiesta di revoca dell’incidente probatorio, avanzata dal collegio difensivo di Tap.

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Entra nel vivo, l’incidente probatorio volto a stabilire la reale quantità di gas presente nel terminale di ricezione del gasdotto Tap.

Il gip Cinzia Vergine, nella tarda mattinata di oggi, ha conferito l’incarico a tre consulenti tecnici. Si tratta del Prof. Fabrizio Bezzo dell’Università di Padova e dei Prof. Davide Manca e Maria Lionella del Politecnico di Milano.

Gli otto sindaci che avevano invocato ed ottenuto la riapertura dell’inchiesta, e le altre “parti offese”, si avvarranno  della consulenza di “parte” di Claudio Borri, Barbara Valenzano, Antonio De Giorgi, Alessandro Manuelli, Bernardo Ruggeri.La Procura non ha nominato nessuno specialista, mentre Tap si affiderà della consulenza di sei tecnici.

Inoltre, il gip ha stabilito i quesiti ( verranno rimodulati e comunicati nelle prossime ore), a cui, entro il termine di novanta giorni  dall’inizio delle operazioni previste a breve, dovranno dare una risposta i consulenti. Inoltre, nel corso dell’udienza camerale, il legale di uno degli indagati ha chiesto che venissero escluse dall’incidente probatorio, la Regione Puglia, il Comitato No Tap e l’Associazione Vas Aps Onlus, non ritenendole persone offese. Il giudice, al termine della camera di consiglio ha rigettato l’istanza.

La richiesta di revoca

Ricordiamo che nella scorsa udienza, il giudice ha rigettato la richiesta di revoca dell’incidente probatorio, avanzata dal collegio difensivo di Tap. In precedenza, erano state esposte alcune importanti questioni preliminari. La tesi di Tap è che la “non assoggettabilità al decreto Seveso”, sia stata già espressa dal Ministero dell’Interno e dell’Ambiente, attraverso due Note del marzo scorso. In realtà, il Pubblico Ministero Valeria Farina Valaori ed i difensori delle “parti offese” hanno ribattuto, sostenendo come tali pareri non contengano una valutazione unitaria del progetto, sottolineando la necessità di procedere con una consulenza tecnica. La Regione Puglia, attraverso il proprio legale, ha invece esibito una nuova documentazione in cui Tap definiva, all’epoca della presentazione del progetto, il gasdotto uno “stabilimento”.

Il gip Cinzia Vergine nell’ordinanza affermava che “gli ulteriori elementi peccano non tanto in termini di novità, quanto in termini di efficacia rispetto alla soluzione delle questioni prospettate, poiché si pongono a valle di postulati non chiariti o non sviluppati nella loro ragione tecnica”.

L’incidente probatorio si svolgerà con il “contraddittorio tra le parti”, in modo che possa eventualmente formarsi la prova, prima di un eventuale processo, sulla quantità di gas presente nel terminale di ricezione del gasdotto. Tap ritiene che non verranno superate le 48,6 tonnellate e dunque si è al di sotto dei limiti di applicazione della normativa Seveso, pari a 50 tonnellate. I sindaci chiedono di considerare il gasdotto come un unico impianto che parte da San Foca ed arriva a Mesagne, il che porterebbe ad uno sforamento di quei limiti.

Ricordiamo che i “primi cittadini” Fulvio Pedone di Lizzanello e Dina Manti, Corigliano d’Otranto, sono difesi dallavvocato Ladislao Massari; Luca De Carlo, di Vernole, Fabio Tarantino di Martano e Antonio Chiga, Zollino, sono assistiti dal Professore Giulio De Simone; Andrea De Pascali, Castrì di Lecce e Francesca De Vito, Calimera, sono difesi da Luigi e Roberto Rella; Marco Potì per Melendugno, è assistito da Mario Tagliaferro. Tra le “parti offese”, il Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano e l’Associazione Vas Aps Onlus, difesa dall’avvocato Francesca Conte. Invece, il Comitato No Tap, Presieduto da Alfredo Fasiello è assistito dall’avvocato Francesco Calabro.

Gli indagati (gli stessi dell’inchiesta precedente) rispondono dell’ipotesi di reato di truffa ai danni dello Stato. Si tratta di: Clara Risso, legale rappresentante della Trans Adriatic Pipeline; Michele Mario Elia, Country Manager di Tap; Gilberto Dialuce, Direttore Generale per la Sicurezza e l’approvvigionamento e le infrastrutture energetiche del Ministero dello Sviluppo Economico. Tra gli indagati, anche la stessa società Tap. Sono difesi dagli avvocati Paola Severino, Andrea Sambati, Michele Laforgia, Maurizio Bortolotto.

La riapertura dell’inchiesta

Nei mesi scorsi, occorre ricordare, i sindaci avevano indirizzato una lettera al Procuratore Capo Leonardo Leone De Castris, alla luce di nuovi elementi emersi negli ultimi tempi, nella speranza di una riapertura dell’inchiesta, dopo l’archiviazione decisa dall’allora Procuratore Cataldo Motta.



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