Incendiò insieme ad un complice la casa della sorella e minacciò il suo avvocato: condannato a 6 anni e 4 mesi

Il gup ha disposto per Francesco Preite la permanenza per un anno presso una struttura sanitaria. Il giudice ha stabilito una provvisionale per le parti civili: 10mila euro la sorella ed il cognato dell’attentatore e 5mila per l’avvocato che subì le minacce.

Arriva una condanna a 6 anni e 4 mesi per uno dei "piromani" che, il 24 dicembre scorso, incendiarono un' abitazione a Taurisano e minacciato un avvocato. Il Gup Alcide Maritati ha emesso una sentenza di colpevolezza nei confronti del 45enne Francesco Preite, al termine del processo con rito abbreviato.
  
Nella scorsa udienza il difensore di Preite, l'avvocato Carlo Gervasi, ha chiesto una perizia psichiatrica affidata al dottor Marcello Rollo, accolta dal giudice. Non soltanto, l'accertamento serviva a stabilire la pericolosità sociale dell'imputato. Il gup, nell'odierna sentenza, ha disposto per Preite la permanenza per un anno presso una struttura sanitaria. Il giudice ha, infine, stabilito una provvisionale di 10mila euro per ciascuno dei coniugi Preite (sorella e cognato dell'attentatore) e di 5mila a favore dell'avvocato Sonia Santoro. Essi si sono costituti parte civile con gli avvocati Biagio Palamà e Floriana De Donno. In precedenza, il pubblico ministero Roberta Licci ha invocato una condanna a 6 anni.
  
Invece, l'altro presunto "piromane" Sergio Caputo, 50enne di Matino, sarà giudicato con rito ordinario, dinanzi al giudice della prima sezione penale. L'uomo è difeso dagli avvocati Giancarlo Zompì e Luigi Provenzano.
  
Ricordiamo che la sera della vigilia di Natale dello scorso anno, una Volante del Commissariato di Taurisano era intervenuta in via Vittorio Emanuele III assieme ad una pattuglia dei Carabinieri, nonché di personale del 118 e dei Vigili del Fuoco di Tricase, perché una casa stava andando letteralmente a fuoco. Individuata la signora che si trovava all'interno, i militari ed i medici l’hanno portata in salvo.
 
La donna dopo essere stata sottoposta alle prime cure, ha raccontato alla Polizia che, circa dieci minuti prima, mentre si trovava all’interno dell’abitazione, aveva udito dall’esterno due voci maschili, una delle quali era del fratello Francesco Preite e l’altra di un suo amico, Sergio Caputo. Dal racconto della signora, il fratello aveva invitato l’amico a buttare della benzina all’interno dell’abitazione, poi, i due erano riusciti ad entrare forzando la porta e lei, spaventata, si era rifugiata nel bagno fino a quando non erano andati via.
  
Il motivo del gesto sarebbe da attribuire ad un contrasto di natura economica, in quanto l’uomo accusava la donna di essersi impadronita ingiustamente di alcuni beni. Inoltre, il legale della "vittima", l'avvocato Sonia Santoro, la sera precedente era stata avvicinata dai due che con fare minaccioso gli avevano intimato di adoperarsi per la restituzione di quanto ingiustamente tolto, altrimenti “ci sarebbe stato un funerale”.
  
Per quanto accaduto, Francesco Preite e Sergio Caputo sono stati tratti in arresto per i reati di incendio doloso, tentato omicidio ed atti persecutori, danneggiamento.
  
La vicenda non sarebbe però terminata qui. Circa quindici giorni dopo, ad essere presa di mira è stata l’abitazione dei due "piromani"; già il 31 dicembre 2015, la stessa casa era stata danneggiata lievemente da un rogo. Ma questa volta il danno ben più notevole: tutto l’immobile, con relativi arredi, è andato completamente distrutto. 



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