Incendio a ridosso de Le Cesine, spenti i focolai ora si procede con la bonifica. Danni incalcolabili

Si teme una strage di piccole tartarughe di palude. Il direttore WWF Le Cesine ci spiega cosa è avvenuto e quanto siano ingenti i danni.

Una ferita che brucia nel vero senso della parola. Ore e ore di fuoco quelle trascorse a ridosso dell’oasi Le Cesine.

La riserva naturale, ultimo tratto delle vaste paludi costiere che caratterizzavano il litorale da Brindisi ad Otranto, è stata salvata dalle fiamme per un semplice motivo: il vento da Nord, spingeva le lingue di fuoco verso Sud.

Il paesaggio de Le Cesine è costituito da dune, area palustre, canali di bonifica, bosco misto e macchia mediterranea.
L’Oasi è all’interno di un Sito d’Importanza Comunitaria (SIC) nel Comune di Vernole, oltre che Zona di Protezione Speciale di 380 ettari.

Ieri tanti sono stati gli utenti che ci hanno hanno inviato foto e video di vegetazione che bruciava, dalla mattina fino alle prime luci dell’alba di stamane.

L’ Oasi WWF Le Cesine si trova lungo una delle principali rotte migratorie e ospita numerosissimi uccelli acquatici. Sì, animali. Ed è triste sapere che a perire nell’incendio non sono state soltanto le specie vegetali, ma anche le specie animali, quelli che trovano habitat proprio nella zona.

L’ipotesi dolosa

Il focolaio sembra essere partito dalla zona paludosa, praticamente impossibile da raggiungere con qualche mezzo. E’ questo che fa pensare al dolo.

Al di là delle reazioni della politica (dal consigliere regionale di Fratelli d’Italia Erio Congedo a Cristian Casili di M5S), il Salento è stato colpito al cuore così come ha affermato Giuseppe de Matteis, direttore WWF Lecce Le Cesine.

Le parole del WWF

“Le Cesine non sono state direttamente colpite, ma lo sono state indirettamente e pesantemente – ci spiega De Matteis – Sono stati colpiti al cuore i delicati equilibri naturali, tra vegetazione ridotta in cenere e animali che come avviene regolarmente possono essersi spostati a Sud dove il rogo ha distrutto ogni cosa”.

I roghi più a Nord, a ridosso della Riserva, sono stati spenti ed ora è in corso l’attività dell’Arif al fine di bonificare la zona e scongiurare ogni possibile ripresa di focolaio.

Mentre scriviamo, c’è ancora qualche lingua di fuoco a Sud, ma le squadre i dei vigili del fuoco, penetrate all’interno facendosi strada con motoseghe nella fitta vegetazione, hanno raggiunto il cuore dell’incendio e, dopo alcune ore, sono riusciti a domare le fiamme. E’ in atto anche qui una profonda bonifica.

La via per San Foca che parte dalla rotatoria sulla provinciale è ancora chiusa al traffico, visto che si teme per gli alberi i cui tronchi sono ormai bruciati e, quindi, pericolanti.

“I danni sono ingenti – afferma ancora De Matteis – non è periodo di nidificazione per l’avifauna, ma lo è per le testuggini di palude. Temiamo una strage per i piccoli esseri”.

Un bilancio terribile e dal quale la ripresa sarà difficile e soprattutto lunga.



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