Nuova inchiesta su appalti “sospetti”: indagati due amministratori del Comune di Surbo

Si tratta di un atto dovuto in vista di successivi accertamenti investigativi. Il periodo “contestato” riguarda gli 2013, 2014 e 2015. Invece, nelle settimane scorse, la Procura ha chiuso le indagini sull’inchiesta “madre”.

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Vi sono due iscrizioni nel registro degli indagati, nell’ambito dell’inchiesta bis su Comune di Surbo. Al momento, si tratta di un atto dovuto in vista di successivi accertamenti investigativi. La Procura leccese vuole vederci chiaro su alcune gare d’appalto e affidamenti d’incarichi. Il periodo “contestato” riguarda gli 2013,2014 e 2015.

Intanto, i carabinieri del nucleo operativo radiomobile di Lecce hanno acquisito, nella mattinata di martedì, alcuni documenti in municipio. Le operazioni dovrebbero concludersi domani mattina, quando i militari si recheranno nuovamente in Comune.

Blitz carabinieri

L’acquisizione documentale di atti e delibere si è resa necessaria dopo che, nei giorni scorsi, i carabinieri hanno depositato in Procura un’informativa di oltre 100 pagine su alcuni episodi sospetti che vedrebbero il coinvolgimento, tutto da accertare, dell’amministrazione comunale di Surbo. Si tratta, dunque, dell’inchiesta bis, dopo la chiusura delle settimane scorse dell’altro fascicolo che vedeva il coinvolgimento di politici, imprenditori e personaggi vicini alla criminalità organizzata.

Questa costola dell’inchiesta madre vuole far luce sulla nuova destinazione urbanistica dei terreni agricoli per ampliamento del parco commerciale di Surbo, la realizzazione degli impianti della fogna bianca; la palestra da destinare alle attività di anziani e disabili; la farmacia comunale. Sotto la lente d’ingrandimento della Procura sono finiti anche sei episodi intimidatori verificatisi tra luglio del 2012 e novembre del 2013. Tra questi, i tre compi di pistola contro la casa del consigliere comunale Oronzo Chironi; l’incendio della macchina del vicesindaco Rolando Marasco; bomba inesplosa indirizzata all’allora assessore ai lavori pubblici Fabio Vincenti ( attuale Sindaco).

L’altra inchiesta, i nomi e le accuse

Invece, nelle settimane scorse, la Procura ha chiuso le indagini sull’altra inchiesta. L’avviso di conclusione è stato notificato dal pm Antonio Negro e dal procuratore aggiunto Guglielmo Cataldi a nove persone. Si tratta di: Franco Vincenti, 62 anni, di Surbo, assessore ai Lavori Pubblici; Giovanni Frassanito, 57 anni, di Veglie, responsabile del settore Servizi Tecnici del Comune; Antonio Pellegrino, 42enne boss di Squinzano, già condannato per associazione mafiosa; Oronzo e Vincenzo Trio, di 37 e 39 anni, rispettivamente amministratore di fatto e procuratore speciale della Trio Costruzioni srl, di Surbo; Alessandro Monaco, 41 anni, di Lecce, direttore tecnico della Trio Costruzioni; Giuseppe Conte, 63enne, di Surbo e Oronzo Fasano, 41enne anch’egli di Surbo, esecutori materiali dei lavori; Franco Mele, 53 anni, di Surbo, titolare dell’impresa sub-appaltatrice. Rispondono a vario titolo ed in diversa misura delle ipotesi di reato: minacce aggravate dal metodo mafioso, frode, falsità materiale in atti pubblici e finanziamento illecito ai partiti.

I fatti

Gli episodi contestati dalla Procura si sarebbero verificati tra maggio del 2012 e luglio del 2014.
Secondo l’accusa, Vincenzo e Oronzo Trio, Monaco, Conte, Fasano, Mele e Frassanito avrebbero commesso una frode nell’esecuzione dell’appalto pubblico per Piazza Unità Europea, nel centro di Surbo. Nello specifico, avrebbero computato lavori mai effettuati o realizzati in difformità rispetto al capitolato tecnico dell’appalto, di valore superiore ad un milione di euro, falsificandone i relativi certificati di regolare esecuzione. Sotto la lente d’ingrandimento della Procura sono finiti anche i lavori di urbanizzazione primaria in zona Fontanelle. Vincenzo Trio e Monaco avrebbero computato lavori di sbancamento mai effettuati, per un valore complessivo di oltre 20mila euro. Grazie al contributo di Frassanito che avrebbe fornito il certificato di regolare esecuzione dei lavori, in cui veniva falsamente attestato che si erano svolti in conformità dei patti contrattuali e che i prezzi applicati alle singole categorie erano quelli previsti dal contratto. Inoltre, Vincenzo e Oronzo Trio sono accusati di avere sostenuto economicamente la campagna elettorale di Vincenti, candidato alle elezioni comunali del 2013. Attraverso contributi, senza la deliberazione dell’organo societario della Trio s.r.l. e senza la regolare iscrizione nel bilancio della società. Ad esempio, i due Trio facevano istallare un palco per un comizio elettorale di Vincenti, nel maggio del 2013.

Le “accuse” della Procura riguardano anche le minacce verso alcuni operai per costringerli a non ribellarsi al mancato pagamento degli arretrati nello stipendio e del Tfr. Oronzo Trio si sarebbe servito della forza intimidatrice di Antonio Pellegrino appartenente alla Sacra Corona Unita.



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