Inchiesta escort che coinvolgeva Berlusconi, Motta e i difensori di Laudati presentano Appello

Sia la Procura di Lecce che i legali dell’ex procuratore capo di Bari, hanno impugnato la sentenza. Antonio Laudati fu assolto in primo grado dall’accusa di abuso d’ufficio e di favoreggiamento personale.

Continuerà in Appello la vicenda giudiziaria che in primo grado si concluse con l'assoluzione per Antonio Laudati.  Sia la Procura di Lecce che i legali dell'ex procuratore capo di Bari, hanno impugnato la sentenza. Dunque, a presentare i "motivi",   non soltanto il procuratore capo leccese, Cataldo Motta, ma anche gli avvocati Giuseppe Castaldo e Carlo Di Casola per conto di Antonio Laudati, attualmente sostituto procuratore presso la Direzione Nazionale Antimafia.

Laudati fu assolto in primo grado dall'accusa di abuso d'ufficio "perché il fatto non costituisce reato" e di favoreggiamento personale "perché il fatto non sussiste". Presumibilmente, i legali di Laudati "puntano" ad ottenere un'assoluzione "piena" per entrambi i capi d'imputazione.

Adesso la segreteria della seconda sezione penale del Tribunale di Lecce, invierà il copioso "incartamento" ai colleghi della Corte di Appello. Nei prossimi giorni, non si escludono ulteriori sviluppi, poiché anche i difensori delle parti civili, potrebbero ancora presentare "appello incidentale"  che prevede la possibilità di proporre appello entro un nuovo termine qualora siano scaduti i termini in via principale e una delle altre parti abbia proposto appello.

L'appello incidentale permette di fornire una tesi "alternativa" rispetto a quella dell'appellante in via principale. Ricordiamo che nel processo di primo grado si era costituito parte civile Giuseppe Scelsi che denunciò i presunti illeciti commessi dal suo capo di allora, Antonio Laudati. Egli è difeso dagli avvocati Andrea Sambati e Luigi Covella .In ogni caso, in considerazione dei vari passaggi burocratici, si prevede che il processo di Appello cominci non prima del mese di dicembre.

Ricordiamo che il 9 marzo scorso, la seconda sezione penale, presidente Roberto Tanisi, emise la sentenza di assoluzione per Laudati, nella tarda serata dopo una lunga camera di consiglio. Invece,il Procuratore Capo di Lecce Cataldo Mottaha invocato, il 9 febbraio scorso, una condanna a 2 anni e 2 mesi.

Le accuse per Laudati abuso d'ufficio e favoreggiamento personale, sia nei confronti dell'imprenditore Giampaolo Tarantini che dell'ex Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi nell'ambito dell'inchiesta sulle escort. Per il reato di abuso di ufficio, Motta ha chiesto una condanna ad 1 anno e 6 mesi, mentre per quello di favoreggiamento ha invocato una pena di 8 mesi.

Il Procuratore Capo di Lecce in merito all'accusa di abuso di ufficio, ha parlato del famoso pranzo da cui venne estromesso un uomo della GdF, poiché era stato collaboratore di Pollari, direttore del SISMI. Laudati riteneva ci fosse stato un intervento dei servizi segreti nell'indagine su Tarantini. Risulterebbe decisivo, secondo l'accusa, come l'attività investigativa affidata al pm Giuseppe Scelsi sia stata rinviata di ben 2 mesi e mezzo. Motta ha poi sostenuto nella requisitoria, in merito al favoreggiamento di Laudati, come ci sia stato il dolo "diretto" nei confronti di Tarantini ed "indiretto" verso Berlusconi. Il motivo per cui Laudati avrebbe favorito Tarantini era finalizzato ad annullare il rischio che questi parlasse di Berlusconi.
 
L'ex procuratore di Bari, Antonio Laudati sempre nell'udienza del 9 febbraio scorso ha rilasciato spontanee dichiarazioni. Si è difeso, anzitutto, dall'accusa di favoreggiamento "diretto" di Giampaolo Tarantini. Ha negato il congelamento e la sospensione delle indagini svoltesi a Bari, sul ruolo di Tarantini nella vicenda del "flusso" di escort verso la residenza dell'ex Presidente del Consiglio. Laudati ha anche ribadito la sua volontà di preservare l'indagine da eventuali fughe di notizie. Laudati si è poi difeso dall'accusa di abuso d'ufficio per aver chiesto il distaccamento di alcuni ufficiali della Guardia di Finanza e inviato alcuni atti "delicati" al Procuratore Generale, dopo aver sottoposto alcuni magistrati ad attività d'indagine illecita.

Laudati ha concluso il suo intervento dicendo che manca il movente per le accuse mosse nei suoi confronti. Dunque, ha affermato "Perché avrei dovuto favorire Tarantini?: l'ho fatto arrestare, ho emesso un provvedimento disciplinare nei suoi confronti". Ha poi continuato,"perché avrei dovuto favorire Berlusconi?". Laudati ha parlato dell'accusa a lui rivolta di favoreggiamento "indiretto" dell'ex Presidente del Consiglio, per "aver tutelato la sua immagine istituzionale" . Egli ha sottolineatoche all'epoca dei fatti, Berlusconi non era indagato, né c'erano le condizioni perché lo fosse.
 
Ricordiamo che l'inchiesta coordinata dal Procuratore Capo di Lecce, Cataldo Motta assieme al Procuratore Aggiunto Antonio De Donno, ha preso avvio dalla denuncia dell'ex pm (oggi in servizio alla Procura generale di Bari) Giuseppe Scelsi che denunciò i presunti illeciti commessi dal suo capo di allora, Antonio Laudati. Egli, difeso dagli avvocati Andrea Sambati e Luigi Covella si è costituito parte civile al processo. Anche Scelsi ha dovuto sostenere un processo, ma in abbreviato, in merito all'accusa di abuso di ufficio, per alcune presunte intercettazioni telefoniche, da lui richieste, per danneggiare la collega Desirè Digeronimo (altra parte civile nel processo Laudati), difesa dall'avvocato Alberto Melica, che conduceva indagini sulla sanità. Il dr. Scelsi è stato assolto dal Gup Stefano Sernia.



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