Riapertura inchiesta Tap, la Procura chiede l’incidente probatorio

L’incidente probatorio, se l’istanza venisse accolta dal gip, si svolgerebbe “in contraddittorio”, in modo che possa eventualmente formarsi la prova, prima di un eventuale processo, sulla quantità di gas presente nel terminale di ricezione del gasdotto.

Dopa la riapertura dell’inchiesta sul gasdotto Tap, la Procura chiede l’incidente probatorio, per accelerare i tempi. Il nodo principale da sciogliere resta quello dell’applicazione oppure no, della Direttiva Seveso.

La richiesta del Procuratore Capo Leonardo Leone De Castris e del pubblico ministero Valeria Farina Valaori è stata indirizzata al gip Cinzia Vergine, che entro il termine di due giorni dovrà decidere se accoglierla. Nel caso in cui l’istanza venga recepita positivamente dal gip, il giudice fisserà l’udienza e dovrà nominare un consulente del Tribunale. Non solo, poiché pm, i tre indagati (gli stessi dell’inchiesta precedente) e i sindaci firmatari dell’esposto in qualità di persone offese, potranno procedere alla nomina di un consulente di parte. A tal proposito, per quest’ultimi è fissata una riunione nella giornata di domani a Lizzanello.

L’incidente probatorio si svolgerebbe “In contraddittorio”, in modo che possa eventualmente formarsi la prova, prima di un eventuale processo, sulla quantità di gas presente nel terminale di ricezione del gasdotto. Tap, ritiene che non verranno superate le 48,6 tonnellate e dunque si è al di sotto dei limiti di applicazione della normativa Seveso, pari a 50 tonnellate.  I sindaci chiedono di considerare il gasdotto come un unico impianto che parte da San Foca ed arriva a Mesagne, il che porterebbe ad uno sforamento di quei limiti.

Ricordiamo che nei giorni scorsi, Il gip Cinzia a Vergine ha riaperto l’inchiesta sui presunti reati ambientali nella costruzione del gasdotto della Trans Adriatic Pipeline. Il giudice  ha difatti accolto l’istanza della Procura . Nelle settimane scorse, gli otto “primi” cittadini di Melendugno, Vernole, Castrì, Calimera, Lizzanello, Martano, Zollino e Corigliano d’Otranto, avevano indirizzato una lettera in Procura, alla luce di nuovi elementi emersi negli ultimi tempi, nella speranza di  una riapertura dell’inchiesta, dopo l’archiviazione decisa dall’allora Procuratore Capo Cataldo Motta.

Questa volta, nella missiva intestata al dr. Leonardo Leone De Castris, gli otto sindaci hanno deciso di ripercorrere liter burocratico del progetto TAP, a partire dalla Valutazione d’Impatto Ambientale rilasciata dal Ministero dell’Ambiente. Negli atti depositati in Procura si ipotizzano dei vizi sullo “spacchettamento” del progetto, oltre a una VAS incompleta in merito all’allaccio.



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