Visita da Igeco, sede e cantiere di San Cataldo ‘controllate’ dall’antimafia

Un gruppo interforze ha passato al setaccio la sede amministrativa della Igeco e il cantiere di San Cataldo, dove l’impresa sta svolgendo i lavori di riqualificazione della darsena.

Darsena-San-Cataldo

Un pool interforze ha bussato, ieri, alla porta della Igeco, colosso dell’imprenditoria locale e non su richiesta della Prefettura di Lecce che ha disposto i “controlli” per capire se vi siano state o meno infiltrazioni mafiose negli appalti aggiudicati dall’azienda salentina.

Il gruppo composto dagli uomini di Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza, Dia, ispettori del lavoro e rappresentanti del Provveditorato regionale Opere pubbliche ha passato al setaccio sia il cantiere nella marina di San Cataldo, dove l’impresa sta svolgendo per conto del Comune di Lecce i lavori di messa in sicurezza e riqualificazione della darsena, che presso la sede amministrativa a Galugnano, frazione di San Donato.

Sulla mole di documenti acquisiti saranno accesi i riflettori delle forze dell’ordine a cui toccherà fare luce su eventuali irregolarità o condizionamenti da parte della criminalità organizzata e, entro trenta giorni, una dettagliata relazione dovrà finire sul tavolo del Prefetto, Claudio Palomba.

L’indagine «Coltura»

Come dimostrarono i carabinieri del Ros, alcuni esponenti del clan della Scu smantellato nell’indagine «Coltura» del 2015 erano risultati dipendenti dell’impresa salentina, incaricata della raccolta di rifiuti. Il nome della «Igeco» finì nella relazione inviata al Ministero dell’Interno da cui è scaturito lo scioglimento del consiglio comunale di Parabita, per infiltrazioni della criminalità organizzata.



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