Le valutazioni del gip sul Piano Silletti ‘Un serio rischio per l’incolumità pubblica’

Il giudice Alcide Maritati si sofferma sulla sussistenza del fumus dei reati ipotizzati dalla Procura. Egli stigmatizza le misure imposte dal Commissario Straordinario, tra cui l’uso massiccio di pesticidi ed il superamento delle concentrazioni di PM10.

Un piano inutile al fine di debellare il batterio e potenzialmente dannoso per la salute. Nelle 44 pagine dell'ordinanza di convalida del sequestro preventivo d'urgenza, il gip Alcide Maritati spiega le ragioni che lo hanno convinto a "firmare" il provvedimento che blocca l'eradicazione degli ulivi. Dopo il decreto emesso prima di Natale, dal procuratore capo Cataldo Motta e dai sostituti Elsa Valeria Mignone e Roberta Licci, mancava soltanto il "si" del giudice. Ed è arrivato ieri, con un'ordinanza da cui emergono le gravi contraddizioni del Piano Silletti ed i potenziali rischi che ne sarebbero derivati, da una sua completa attuazione.

Anzitutto, il gip Maritati parte dal presupposto, comprovato scientificamente, che "la sintomatologia del grave disseccamento degli alberi di ulivo non è necessariamente associata alla presenza del batterio, così come non è, ancora allo stato, dimostrato che sia il batterio, è solo il batterio, la causa del disseccamento". Infatti, il cosiddetto CODIRO, è legato anche alla messa in pratica di determinate tecniche colturali e pratiche agricole. Da alcune foto aeree scattate da uomini del CNR, emergerebbe come le zone interessate dal fenomeno del disseccamento, corrispondano a "precisi" confini di proprietà. Si tratta delle zone oggetto di "sperimentazioni in campo", nelle quali negli anni passati furono " testati" prodotti altamente tossico- nocivi, ad opera di soggetti privati ed istituzionali. 

Entrando nel merito della questione, ovvero la sussistenza del " fumus" dei reati ipotizzati dalla Procura, il gip Maritati "snocciola" gli elementi che lo hanno indotto a convalidare il sequestro. Riguardo alla violazione dolosa e colposa delle disposizioni in materia ambientale ed alla distruzione  o deturpamento di bellezze naturali, egli, anzitutto, sostiene gli sradicamenti di alberi di ulivo, avvenuti a centinaia, sono stati effettuati in assenza della obbligatoria procedura di valutazione di impatto ambientale ( la cosiddetta VAS). A tal proposito il giudice considera "abusiva" la condotta di Silletti, quantomeno dal punto di vista "amministrativo". Egli avrebbe dovuto operare nel rispetto del quadro normativo nazionale e transnazionale, procedendo ad esempio alla già citata VAS.

Il gip è ancora più duro, quando rileva che nella sua complessità, si debba parlare di "perseveranza colposa" nell'adozione di "un piano d'interventi univocamente diretto alla drastica e sistematica distruzione degli alberi di ulivo del paesaggio salentino e conseguentemente del paesaggio stesso di questa terra". Il giudice parla di una "colposa compromissione e deterioramento significativo della biodiversità"; ma anche di "deturpamento delle bellezze naturali" per la presenza degli ulivi monumentali che rappresentano anche una risorsa economica, occupazionale e culturale.

C'è poi il dato inconfutabile, prosegue il gip Maritati, del serio rischio per l'incolumità pubblica determinato dalle misure imposte dai " Piani Silletti" ( ad esempio l'uso massiccio di pesticidi). Egli si richiama alla letteratura scientifica che ritiene come "l'uso intensivo di trattamenti insetticida per limitare la trasmissione della malattia e controllare l'insetto vettore, può avere conseguenze dirette ed indirette per l'ambiente, modificando intere catene alimentari con conseguenze a a cascata, interessando quindi vari livelli trofici" . Il giudice "rincara la dose", quando fa riferimento ad una nota dell'ARPA Puglia del 3 novembre 2015. Essa riguarda il superamento delle concentrazioni di PM10 e di altri inquinanti gassosi, nelle zone in cui è avvenuta la combustione di foglie e rami degli ulivi sradicati.

Riguardo, infine alle prospettive che si sarebbero delineate, nel perseverare con il Piano Silletti, il gip Maritati parla del rischio "per l'area territoriale salentina di un vero e proprio irreversibile danno ambientale". Da non sottovalutare infine, il rischio di speculazioni economiche. I proprietari degli uliveti, già dimostratisi negligenti alla salvaguardia degli alberi, oggi potrebbero facilmente lucrare sui contributi pubblici, previsti dal Piano.



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