Liberato l’uomo accusato di furto: l’hard disk era suo

Il Pm ha disposto la liberazione di G. D. M., constatando come fosse infondata l’accusa di ‘impossessamento di cose mobili altrui’. È stata così accolta la richiesta dei suoi difensori che hanno dimostrato come il dispositivo non fosse stato rubato, ma appartenesse all’uomo.

Era stato arrestato sabato scorso per il presunto furto di un hard disk, ma dopo i dovuti accertamenti investigativi, era stato subito liberato. Nella giornata di venerdì scorso, intorno a mezzogiorno, una Volante della Questura di Lecce era intervenuta nei pressi di viale dello stadio, in seguito alla segnalazione proveniente da una compagnia di assicurazioni; secondo la versione fornita da una dipendente, G.D.M. dopo aver nascosto all’interno di un borsello l’apparecchiatura, allo scopo di proteggerla, l'avrebbe spinta con violenza contro il muro, provocandogli una lieve abrasione all’altezza del gomito destro.

Giunti poi presso l'abitazione dell'uomo, gli agenti l'hanno perquisita, individuando il supporto informatico "incriminato"; hanno quindi, provveduto all'arresto di G.D.M. in flagranza di reato, conducendolo agli arresti domiciliari con l’accusa di tentata rapina. Il giorno successivo, però il Pm di turno, dr.ssa  Elsa Valeria Mignone, ha disposto la liberazione dell'uomo, constatando come fosse infondata l'accusa di  "impossessamento di cose mobili altrui", mancando la prova di "altruità della cosa ". Veniva così accolta la richiesta dei suoi difensori, gli avvocati Silvio e Giulio Cesare Caroli. Essi, hanno infatti dimostrato, attraverso una memoria difensiva consegnata al Pm, a cui era allegato il dispositivo informatico  "sotto accusa" (esso non era stato, in realtà sequestrato dai poliziotti, forse erroneamente) che l'hard disk fosse suo.

I legali hanno dunque provveduto ad un'articolata ricostruzione dei fatti, da cui si evinceva che l’uomo accusato del furto, la mattina di venerdì aveva ricevuto un provvedimento di sospensione per fini disciplinari dalla società, per un uso improprio di alcuni dati riferibili, secondo la denunciante, ad una sua collega di lavoro. In realtà, gli avvocati Silvio e Cesare Caroli, hanno dimostrato, "riprendendo" il contenuto di alcuni sms intercorsi tra G.D.M., la sua accusatrice e la presunta vittima, che l'uomo era stato autorizzato proprio da quest'ultima a spostare alcuni documenti. Ciononostante, egli, quella mattina, viene sospeso da lavoro e in seguito a tale provvedimento decide di tornarsene a casa, portandosi a casa il suo hard disk (secondo l'accusante, avrebbe sottratto un dispositivo informatico non suo, contenente i file di importanti operazioni anti-frode della società).

In data 3 agosto, si sarebbe tenuta come da prassi, l'udienza di convalida dell'arresto di G.D.M. dinanzi al Gip Simona Panzera, che non avrebbe però avuto nessun valore, essendo stato l'uomo già liberato su disposizione del PM. 



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