Lite tra cognati a Cavallino, ascoltato chi ha sferrato le cinque pugnalate: ‘Ho avuto un raptus d’ira’

E’ stato ascoltato questa mattina dal Gip Simona Panzera il 22enne di Cavallino, Michele Santoro, accusato del tentato omicidio di Silvio Rispoli, 24enne di Lizzanello colpito con cinque coltellate. A breve, il giudice deciderà in merito ad una eventuale convalida dell’arresto.

Avrebbe voluto soltanto difendersi dall'aggressione del cognato, ma accecato dall'ira lo ha poi accoltellato.

È quanto emerso dall'interrogatorio del 22enne di Cavallino, Michele Santoro fermato dai Carabinieri del posto, per il tentato omicidio di Silvio Rispoli, 24enne di Lizzanello colpito con cinque coltellate.

Oggi si è tenuta l'udienza dinanzi al Gip Simona Panzera che deciderà nelle prossime ore, in merito all'eventuale convalida dell'arresto del cavallinese, difeso dall'avvocato Cristiano Solinas. Il pubblico ministero di turno, Dott. Emilio Arnesano, aveva concesso al giovane, considerando il suo stato d'incensuratezza,  gli arresti domiciliari.

Tutto sarebbe stato causato da una banale lite tra cognati e la colluttazione si sarebbe conclusa con la corsa all’ospedale ‘Vito Fazzi’ di Lecce per un intervento chirurgico d'urgenza.

In effetti, intorno alla mezzanotte di sabato scorso, in via Paolo VI, dove Santoro abita assieme al padre, ci sarebbe stato un acceso diverbio con Rispoli. Secondo quanto dichiarato dallo stesso Santoro nell'interrogatorio odierno, egli si sarebbe difeso dalla violenta aggressione del fidanzato della sorella, il quale dopo averlo immobilizzato, lo avrebbe colpito con numerosi calci e pugni. A quel punto, messo alle strette e colto da un eccesso d'ira, si sarebbe "ribellato" estraendo un coltello che aveva in tasca.

Santoro avrebbe assestato a Rispoli cinque fendenti tra l'addome e la spalla; una coltellata, particolarmente violenta, avrebbe persino perforato il polmone sinistro del 24enne.
Quando i sanitari del 118 – allertati dai genitori della ragazza – hanno raggiunto l’abitazione in cui si era consumata la lite, capendo subito la criticità della situazione, hanno immediatamente trasportato il malcapitato a bordo di un’ambulanza in codice rosso all’ospedale dove, come detto, è stato sottoposto ad un delicato intervento chirurgico, durato fino alle prime luci del mattino.

Sebbene l’operazione sia riuscita, il giovane è comunque tenuto sotto costante osservazione nel reparto di Chirurgia Toracica, dove è tutt’ora ricoverato in attesa che i medici sciolgano la prognosi che al momento resta riservata. I carabinieri della stazione locale, insieme ai militari del Nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Lecce stanno effettuando tutti i rilievi del caso per ricostruire l’esatta dinamica dell’accaduto.
Santoro ha subito ammesso di essere stato colto da un vero e proprio raptus d’ira  e superando un attimo di tentennamento, ha poi permesso ai militari di recuperare l’arma utilizzata per ferire il cognato: un coltello a serramanico con lama di circa 6 centimetri che aveva gettato nel tombino fognario della sua abitazione, per disfarsene.

Il motivo dell'aggressione condotta da Rispoli a cui avrebbe fatto seguito la reazione di Santoro, sempre secondo quanto dichiarato oggi dal giovane cavallinese, pare sia stata dettata da una sua intromissione nei rapporti tra i due fratelli, i quali, prima che avvenisse la colluttazione tra cognati, avrebbero litigato via sms.



In questo articolo: