Molestò una ragazzina scatenando le ire del fidanzato? 59enne condannato ad 1 anno e 4 mesi

Condannato a 2 mesi per lesioni personali anche il 26enne N.E., che avrebbe difeso il padre, aggredendo i due fidanzati. I giudici hanno accordato a tutti gli imputati il beneficio della sospensione della pena.

I giudici della seconda sezione collegiale (Presidente Roberto Tanisi) hanno ritenuto C.E. di Otranto colpevole di violenza sessuale, pur ritenendo l'entità del reato di "minore gravità". Condannato a 2 mesi per lesioni personali, anche il 26enne N.E., che avrebbe difeso il padre, aggredendo i due fidanzati. Inoltre, sono state riconosciute le attenuanti generiche ed escluse le circostanze aggravanti. Questi è stato invece assolto per il reato di maltrattamenti di animali, verso il cane della vittima di molestie sessuali. Infine, il collegio ha emesso una sentenza di colpevolezza, con multa di 100 euro, per D.F. 35 anni di Otranto, accusato di ingiurie e minacce verso N.E., a seguito dell'aggressione subita dalla fidanzata. I giudici hanno accordato a tutti gli imputati, il beneficio della sospensione della pena.

Inoltre, il collegio ha condannato padre e figlio, al risarcimento del danno quantificato in 5mila euro, a favore della vittima di molestie. Così come D.F. che dovrà risarcire della somma di 1.000 euro entrambi. Tutti gli imputati, si erano anche costituiti parte civile (oltre alla ragazza). C.E. ed N.E. sono assistiti dagli avvocati Mauro Finocchito e Davide Ciriolo. D.F. dal legale Umberto Muci.
 
I fatti si verificarono nell'estate del 2013. Il 59enne di Otranto C.E. avrebbe molestato una giovane concittadina, mentre quest'ultima era seduta in macchina sul lato passeggero. L'uomo, attraverso il finestrino abbassato, l'avrebbe baciata sul collo e sul seno. Al rientro del fidanzato, il molestatore si sarebbe dileguato. Successivamente, la coppia lo avrebbe rintracciato in compagnia del figlio, esigendo spiegazioni. Ne sarebbe nata una colluttazione, in cui ad avere la peggio sarebbe stata la ragazza, colpita da un pugno sferrato da N.E. A quel punto, D.F. avrebbe raggiunto il padre di quest'ultimo; sceso dalla macchina lo avrebbe minacciato di "farlo fuori" se non avesse lasciato in pace la fidanzata. Infine, circa un mese dopo, N.E. per vendicarsi della denuncia della ragazza, si sarebbe recato presso il condominio dove viveva ed avrebbe sbattuto il portone colpendo il suo cane alla zampa.

Le indagini sono state coordinate dal sostituto procuratore, Francesca Miglietta, e dai carabinieri della Stazione di Otranto. 



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