Morte di un sub nel porto di Leuca: la causa un probabile shock elettrico

Il Gip ha accolto la richiesta d’incidente probatorio e ha provveduto alla nomina di un perito per ulteriori accertamenti. Il sostituto procuratore aveva chiesto l’archiviazione, dopo l’autopsia sul 44enne Fabio Galati, morto mentre lavorava come sub, all’elica di una barca.

Non è ancora chiusa, l'indagine sulla morte di Fabio Galati, il sub professionista di 44 anni deceduto nel porto di Santa Maria di Leuca, mentre cercava di liberare l’elica di una barca.

Il Gip Simona Panzera ha accolto la richiesta d'incidente probatorio, avanzata dal PM Stefania Mininni e nell'udienza odierna ha provveduto alla nomina dell'ingegnere di Casarano, Francesco Cosimo Orsini per una nuova perizia. Il sostituto procuratore Mininni aveva inizialmente chiesto l'archiviazione del procedimento, anche perché l'esito dell'autopsia effettuata nell'aprile di un anno fa dal medico legale Alberto Tortorella, avrebbe accertato che l'uomo era semplicemente morto per annegamento, nel tentativo di togliere una cima dal motore.

Una ulteriore richiesta di accertamenti da parte dei difensori dei famigliari dell'uomo, gli avvocati Spagnolo e Galante avrebbero evidenziato la possibilità che l'annegamento fosse da correlare con altre circostanze. Essi avevano chiesto una consulenza di parte, poi effettuata dal medico legale Roberto Vaglio. Da questa nuova indagine, si sarebbe riscontrato che Galati si era immerso in acqua, intorno alle 20 dell'8 aprile 2014, per compiere un lavoro all’elica di un’imbarcazione;mentre effettuava questa operazione, sulla stessa barca, avvenivano dei lavori di saldatura e Galati sarebbe morto a seguito di uno shock elettrico. L'ipotesi, che vorrebbe verificare il Gip attraverso l'incidente probatorio, è dunque che Galati possa essere deceduto a causa della propagazione di energia elettrica sulla barca. 

Già dopo l'autopsia, il gip aveva aperto un'inchiesta, iscrivendo nel registro degli indagati sia l'armatore della barca, Giuseppe Cristino di Mola di Bari che l'operaio impiegato nel lavoro di saldatura, Giuseppe Ruocco di Corsano. In seguito ad ulteriori indagini, il sostituto procuratore Stefania Mininni aveva chiesto l'archiviazione del procedimento.

La tragedia avvenne nella primavera di un anno fa e un ragazzo che passava dal molo, notò il corpo immobile nell’acqua e si tuffò allo scopo di soccorrerlo ma, con ogni probabilità, Galati era già morto. Sul posto poi intervennero prontamente gli uomini del 118 che non poterono far altro che constatare il decesso. Successivamente arrivarono anche i Carabinieri della Compagnia di Tricase, quelli dalla Capitaneria di Porto e i Vigili del Fuoco. La tragedia scosse l'intera comunità leucana anche perché Fabio Galati era molto conosciuto in paese e lasciava la moglie e due figli. Il 45enne nato in Svizzera a Basilea, era residente a Castrignano del Capo e lavorava d'estate come marittimo, conducendo le imbarcazioni turistiche.



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