Omicidio a Copertino. Il cerchio si stringe

Proseguono senza sosta le indagini per individuare chi il responsabile dell”™omicidio di Fabio Frisenda, il 33enne di Copertino freddato da due colpi di pistola, uno fatale, il 4 luglio scorso. Secondo indiscrezioni circolate pare che il killer non abbia agito da solo

Si riparte da quella stradina, nelle campagne di Copertino, trasformata nel teatro dell’ennesimo omicidio che si è consumato nel Salento in pieno giorno,  alla luce del sole. Si riparte dalla vittima, Fabio Frisenda, 33enne di Copertino, già conosciuto alle forze dell’ordine. Niente è lasciato al caso per tentare di ricostruire che cosa è accaduto esattamente il 4 luglio scorso quando il giovane è stato ucciso a sangue freddo da due colpi di pistola, uno dei quali fatale, mentre si trovava in via San Cosimo, poco distante dall’azienda in cui il 33enne faceva il magazziniere. Perché seppur sottoposto agli arresti domiciliari Frisenda aveva ottenuto un permesso per recarsi a lavoro, 100/200 metri dal punto in cui ha trovato la morte.
 
Chi ha sparato e perché? A queste e a molte altre domande stanno cercando di rispondere gli inquirenti, a lavoro per cercare di ricostruire quanto accaduto in quell’assolato primo pomeriggio di luglio. Niente è lasciato al caso come nessuna pista al momento sembra essere esclusa. Dalla scena del delitto all’esame dei tabulati e delle celle telefoniche per tentare di ricostruire gli ultimi contatti della vittima, le sue frequentazioni. E poi le immagini delle telecamere di videosorveglianza, la raccolta delle testimonianze delle persone che potrebbero aver visto qualcosa, anche un dettaglio utile per risalire al sicario.
 
Un regolamento di conti? Forse, considerando che chi ha sparato molto probabilmente conosceva le sue abitudini. Secondo indiscrezioni circolate pare inoltre che il killer non abbia agito da solo ma con l’aiuto di un complice.
Che abbiano le ore contate?