Omicidio Carmine Greco. Il cugino Nico si discolpa: ‘Non sono stato io a sparare’

È stato sentito, come teste del pubblico ministero, Nicola Greco che ha ammesso soltanto di avere accompagnato il killer nel luogo dell?omicidio, ma senza sapere perché doveva recarsi lì. Questa circostanza l’avrebbe anche riferita a Marco Barba, nel 1993, quando si trovava in ca

È stato sentito, come teste del pubblico ministero, Nicola Greco. L’uomo, già il 14 aprile scorso, aveva rilasciato spontanee dichiarazioni in merito all'omicidio del cugino, Carmine Greco.
  
Ascoltato dal pm, "Nico ha raccontato oggi in aula: «Arrivai in un bar di Gallipoli verso le 12.00, dove c'era Rosario Padovano. Mi disse che dovevo recarmi in un posto insieme a Mendolia, con una Fiat Uno, per dare una lezione ad uno, senza specificare il motivo».
  
Greco ha continuato la deposizione affermando «Ci rechiamo lì. Prima passa un motorino e vediamo arrivare due persone a piedi, che erano Greco e il nipote e si stavano avvicinando verso di noi. Mendolia stava già scendendo, quando è rientrato in macchina, perché sorpreso dalla presenza dell'altra persona e dal loro incedere verso di noi. Dopo, Mendolia prende l'arma e comincia sparare dalla macchina. Carmine Greco scappa allontanandosi verso la campagna, mentre l'altra persona è rimasta sul marciapiede. Mendolia ricomincia a sparare dalla macchina: non sono stato io a sparare l'ultimo colpo. Sullo sfondo si vedeva una donna con il bambino e soltanto dopo ho capito che erano la moglie ed il figlio di Carmine Greco. In seguito ho accompagnato Mendolia sotto casa di Padovano».
  
Inoltre, Nico Greco ha dichiarato di aver riferito a Marco Barba, in carcere nel 1993, soltanto di aver accompagnato il killer, ma senza sapere dove e perché doveva recarsi lì. Ha smentito anche di essersi recato, dopo l'omicidio del cugino, con Mendolia a casa di Barba.
  
Nicola Greco, difeso dagli avvocati Ladislao Massari e Mario Coppola, aveva depositato il mese scorso, un memoriale e successivamente ha rilasciato dichiarazioni spontanee.
  
Nicola Greco, detto “Nico”, di 43 anni, secondo l'accusa rappresentata dal pubblico ministero Elsa Valeria Mignone, sarebbe l’autore materiale dell'omicidio di Carmine Greco, mentre il 54enne gallipolino, Marcello Padovano, detto “Briocha" il mandante. Quest'ultimo è difeso dagli avvocati Gabriele e Giovanni Valentini.
  
La convivente della vittima, all'epoca dell'agguato mortale, si è costituita parte civile difesa dall'avvocato Silvio Giardiniero mentre la figlia è difesa dall'avvocato Guidi.
  
La prossima udienza è stata fissata per il 23 giugno, quando verrà sentito Pompeo Rosario Padovano in videoconferenza, poiché detenuto nel carcere di Cuneo e dovrebbe tenersi la requisitoria del pm e prenderanno la parola, gli avvocati di parte civile.
 
Il 30 giugno, proseguirà la discussione con gli avvocati della difesa e potrebbe essere emessa la sentenza.
 



In questo articolo: