Omicidio Francesco Fasano: no del Riesame alla scarcerazione dei due presunti killer

E’ stato rigettato il ricorso anche per altri sei indagati finiti in manette nelle scorse settimane. Si attendono gli approfondimenti dell’autopsia.

ll Riesame “conferma” il carcere peri due presunti killer di Francesco Fasano, il 22enne di Melissano ammazzato il 24 luglio scorso con un solo colpo di pistola alla tempia.

Il collegio ( Presidente e relatore Stefano Sernia, a latere Silvio Piccinno e Francesca Mariano) ha rigettato l’istanza della difesa che chiedeva l’annullamento della misura cautelare.

Daniele Manni, 39enne di Casarano, e Angelo Rizzo, 23enne, di Melissano, rimangono dietro le sbarre con l’accusa di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e dai motivi abietti e futili.

Manni risponde anche di tentato omicidio per l’agguato “mancato” del 19 luglio, quando sparò alcuni colpi di pistola contro un’auto. Dentro c’erano il suo rivale Bevilacqua e Francesco Fasano, sopravvissuti quasi per miracolo.

Il Tribunale del Riesame, a seguito dell’udienza di venerdì, ha rigettato il ricorso avanzato per altri cinque indagati. Si tratta di Antonio Librando, 42 anni; Maicol Andrea Manni, 27enne; Luca Piscopiello, 37 anni; Luca Rimo, 36 anni ( tutti di Melissano) e Gianni Vantaggiato, 48enne, residente a Tonco ( in provincia di Asti). Sono accusati di associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti.

Il collegio difensivo ha chiesto l’annullamento dell’ordinanza del gip per la mancanza dei gravi indizi di colpevolezza. I legali, una volta depositate le motivazioni ( entro 45 giorni), presenteranno ricorso in Cassazione.

Il provvedimento è stato disposto dal giudice per le indagini preliminari Carlo Cazzella. Il gip ha disposto il carcere, ma non ha convalidato il decreto di fermo, emesso dal procuratore aggiunto Guglielmo Cataldi e dai sostituti procuratori Stefania Mininni e Maria Vallefuoco.

Tra gli arrestati, vi sono anche Pietro Bevilacqua, 32 anni, Luciano Manni, 66 anni e Biagio Manni, 50enne, tutti di Melissano.

Gli indagati sottoposti a fermo sono assistiti, tra gli altri, dagli avvocati Francesco Fasano, Silvio Caroli, Mario Ciardo, Attilio Nassisi, Stefano Pati, Mario Coppola.

L’omicidio di Fasano e l’autopsia

L’omicidio sarebbe stato eseguito per lanciare un avvertimento al gruppo “ribelle”, nato dalla frattura interna che ha diviso le strade dell’organizzazione criminale, un tempo guidata da Emanuele Cesari.

Secondo gli investigatori, Fasano è stato ucciso perché era l’anello debole del gruppo, il più giovane e forse il più ‘inesperto’ o facile da colpire. La chiamata al 112 che segnalava il corpo senza vita è arrivata alle 23.42, ma quando i carabinieri hanno raggiunto il luogo di quello che sembrava un incidente stradale, hanno notato che il corpo era stato trascinato per diversi metri, probabilmente dall’auto di un’automobilista, che si è dileguato.

Ad ogni modo, saranno le conclusioni dell’autopsia a chiarire meglio le cause della morte di Fasano e la dinamica dell’omicidio. Il medico legale Roberto Vaglio ha già effettuato l’esame sul cadavere del 22enne di Melissano. È bastato un solo colpo di pistola – una calibro 9 (non ancora trovata) – sparato a bruciapelo all’altezza dell’arcata sopracciliare sinistra, a uccidere Francesco Fasano.



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