Omicidio Manca, il testimone prima ritratta e poi torna sui suoi passi. Confermate le accuse

In una lettera indirizzata al procuratore capo Leonardo Leone De Castris, dopo una precedente ritrattazione, sostiene che le dichiarazioni rese nel febbraio del 2015, corrispondevano al vero.

Punta nuovamente il dito contro uno degli indagati dell’omicidio di Gabriele Manca, Il testimone che solo tre mesi fa, aveva ritrattato le proprie affermazioni.

In una lettera indirizzata al procuratore capo Leonardo Leone De Castris, questi sostiene che le dichiarazioni rese nel febbraio del 2015, innanzi al pubblico ministero Guglielmo Cataldi, corrispondevano al vero. Il giovane affermò di avere assistito a Pisignano, nell’estate del 2011, a un’aggressione ai danni di una terza persona, per mano di Omar Marchello e altri complici.

In quell’occasione, Omar Marchello lo avrebbe espressamente minacciato, affermando: “e tie non ha istu nienti se no te fazzu fare la fine ca n’aggiu fattu fare allu Gabriele Manca mangiato te li cani intru alle campagne”.

Successivamente il teste, ha ammesso di avere fornito false dichiarazioni, attraverso un atto depositato in Procura, poiché spinto dall’astio verso Marchello. In conseguenza di ciò, il pm Guglielmo Cataldi ha anche iscritto l’uomo nel registro degli indagati con l’accusa di calunnia. Nelle scorse ore, invece ha ribadito le accuse, scusandosi per la precedente ritrattazione e giustificandosi con la paura di ritorsioni.

La chiusura indagini

Intanto, occorre ricordare, che la Procura leccese ha chiusol’inchiesta sull’omicidio di Gabriele Manca. L’inchiesta è giunta al capolinea. L’avviso di conclusione delle indagini è stato indirizzato d Omar Marchello, 39enne di Lizzanello; Carmine Mazzotta, 44enne di Lecce e Giuseppino Mero, 53enne di Cavallino (tutti allo stato già detenuti per altra causa) e Pierpaolo Marchello, 40 anni di Lizzanello, a piede libero e residente fuori Regione.

I primi tre, vennero raggiunti dall’ordinanza di custodia cautelare in carcere del G.I.P. Alcide Maritati, eseguita dai Carabinieri del R.O.S. Rispondono dell’accusa di concorso in omicidio aggravato dai futili motivi e dalla premeditazione e porto abusivo di armi.

Il collegio difensivo

Gli indagati sono assistiti dagli avvocati Umberto Leo, Giancarlo Dei Lazzaretti, Fulvio Pedone e Germana Greco.

La scomparsa

Gabriele Manca, scomparve da Lizzanello il 17 marzo 1999 e  venne rinvenuto il cadavere il successivo 5 aprile in una zona di campagna ubicata sulla strada Lizzanello-Merine, a ridosso di un muretto a secco.

Le prime indagini permisero di accertare che il giovane, 21enne originario di Lizzanello, era stato attinto da alcuni colpi di pistola cal. 7,65 alle spalle, alcuni dei quali esplosi a breve distanza.

Non solo, si accertò, altresì, un aspro contrasto tra la vittima e uno degli arrestati, Omar Marchello, il quale circa due anni prima dell’omicidio, nel corso di una discussione verosimilmente sorta per questioni legate al traffico di stupefacenti nel territorio di Lizzanello, sarebbe stato ferito al volto con un coltellino dallo stesso Manca.

A ciò era seguita la condotta ulteriormente irrispettosa che quest’ultimo avrebbe continuato a mantenere nei confronti di Omar Marchello, accusato platealmente di essere un “infame” per aver sporto denuncia nei confronti di Manca in seguito al ferimento.

A distanza di tempo, le dichiarazioni rese da alcuni collaboratori di giustizia e da altri testimoni hanno permesso di consolidare il quadro accusatorio.



In questo articolo: