Omicidio Meredith. Raffaele Sollecito difende Amanda ma non le sue «bugie»

«Penso che Amanda sia innocente, ma ho scoperto leggendo le motivazioni della sentenza di Firenze che forse mi ha detto una bugia». Raffaele Sollecito non cambia versione ma nota e fa notare alcune bugie raccontate dalla sua ex fidanzata sulla notte del delitto

«Sono innocente». Raffaele Sollecito lo ha sempre urlato a gran forza da quella maledetta notte tra l'1 e il 2 novembre del 2007 quando, in una villetta di via della Pergola nel cuore della cittadina umbra,  Meredith Kercher, una studentessa inglese di 22anni, venne trovata priva di vita nella sua stanza in quell’appartamento che condivideva con altre 3 ragazze. Da subito, i sospetti si erano concentrati sull’ingegnere pugliese e sulla sua fidanzata dell’epoca, la bellissima quanto enigmatica, Amanda Knox.  
 
La sua innocenza Raffaele l’ha ribadita anche oggi, durante la conferenza stampa per presentare il ricorso in Cassazione contro la sentenza di condanna della Corte d’Assise d’Appello di Firenze che lo ha ritenuto colpevole dell'omicidio della studentessa inglese, come già avvenuto in primo grado a Perugia.
 
È  innocente e lo è anche Amanda. A differenza di quanto trapelato nei giorni scorsi, infatti,  la “versione” di Sollecito non cambia, non del tutto almeno: «non sono qui per cambiare versione, solo un pazzo o un criminale lo farebbe. Io non sono né pazzo né criminale, sono una persona innocente.  Non ritratto niente – ha spiegato ai giornalisti – io e la mia famiglia crediamo profondamente nell'innocenza di Amanda». Nonostante ciò, non possono essere trascurate alcune “bugie” che la bella americana avrebbe raccontato circa quella notte di novembre. In particolare una sarebbe a suo avviso fondamentale: quella riguardante l’sms che Amanda inviò a Patrick Lumumba, suo datore di lavoro, alle ore 20.35 nella sera del delitto. Amanda ha sempre detto di averlo inviato da casa di Raffaele, mentre, da quanto emerge dalla sentenza dei giudici fiorentini, l'ha inviato dopo essere uscita.
 
«Non è possibile che Raffaele e Amanda fossero insieme quando è stato inviato l'sms di Amanda alle 20.35 perché le celle telefoniche erano fuori dalla portata della casa di Raffaele. Sollecito – sottolinea l’avvocato Giulia Bongiorno  – ha sempre detto di aver passato la notte con Amanda e per notte si intende dalle 22-23».