Omicidio Noemi: opposizione all’archiviazione dell’inchiesta sul padre di Lucio

Biagio Marzo era stato iscritto inizialmente nel registro degli indagati con l’accusa di occultamento di cadavere. Successivamente, la procura ha chiesto l’archivazione.

La famiglia di Noemi Durini non si arrende e prepara l’opposizione alla richiesta di archiviazione per Biagio Marzo, padre di Lucio. Gli avvocati Mario Bladolino, Giulia Bongiorno e Francesco Zacheo che difendono i familiari della studentessa di Specchia, presenteranno l’istanza presso la Procura ordinaria, coadiuvati dal consulente tecnico Luigina Quarta. Adesso, sarà il gip designato a fissare l’udienza camerale.

In particolare, vengono richiesti nuovi e più approfonditi accertamenti tecnici sulle celle telefoniche, per capire se vi fossero tracce di altre persone sulla scena del delitto.

Biagio Marzo era stato iscritto inizialmente nel registro degli indagati con l’accusa di occultamento di cadavere. È assistito dagli avvocati Luigi Piccinni e Stefano De Francesco.

Il 18enne di Montesardo avrebbe inoltre tirato in ballo il proprio genitore, affermando che lo avrebbe aiutato a seppellire il corpo della povera Noemi. Di questa lettera, il giovane ha parlato nel corso di un interrogatorio svoltosi nei mesi scorsi. Successivamente, nel corso dell’udienza preliminare avrebbe però ritrattato, dicendo di aver fatto tutto da solo.

Lucio, occorre ricordare risulta al momento unico indagato per la morte della 16enne di Specchia. Il 2 e 3 ottobre si celebrerà il processo con rito abbreviato presso la procura dei minori.

Gli ultimi minuti di vita di Noemi

La studentessa è stata picchiata e accoltellata con quell’arma che l’ex fidanzato ha disegnato su un foglio di carta, durante la prima confessione. Il colpo inferto con il coltello da cucina, però, non è stato letale: nonostante la punta si sia spezzata, la lama non è entrata nella scatola cranica.

L’ultimo atto è la ‘sepoltura’. Lucio ha trascinato la sua fidanzata, ormai priva di conoscenza, accanto ad un muretto a secco e l’ha ricoperta di pietre che hanno provocato l’asfissia e l’insufficienza respiratoria. È morta così Noemi, dopo una lenta agonia.

Il coltello, però, non è mai stato ritrovato. Agli inquirenti il ragazzo ha raccontato di averlo avvolto in una maglietta e nascosto in una buca ricavata nel terreno di una campagna diversa da quella dove è stato trovato il corpo di Noemi.