Omicidio Noemi Durini: “il fidanzato era capace d’intendere e di volere al momento del fatto”

Lo psichiatra Alessandro Zafferano e la psicologa Maria Grazia Felline hanno depositato gli esiti
della perizia psichiatrica. Emergerebbe anche la capacità di stare in giudizio dell’omicida reo confesso.

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Non ci sono ancora certezze su come Noemi Durini sia stata uccisa quel tragico 3 settembre scorso, ma la perizia psichiatrica ha stabilito la capacità di intendere e di volere del 17enne di Montesardo, nel momento in cui ha tolto la vita alla fidanzata. Lo psichiatra Alessandro Zafferano e la psicologa Maria Grazia Felline hanno depositato gli esiti ed emergerebbe anche la capacità di stare in giudizio dell’omicida reo confesso.
L’8 febbraio prossimo, tutti gli specialisti, anche quelli “di parte” esporrano gli esiti della propria perizia. La Procura ha nominato la psicologa Michela Francia e Mariangela Pascale, psichiatra. L’avvocato Francesco Zacheo, che assiste il padre della studentessa 16enne, ha conferito l’incarico allo psichiatra Massimo Picozzi. L’avvocato Mario Blandolino per la madre e la sorella, ha nominato lo psichiatra Roberto Catanesi e lo psicologo Ignazio Grattagliano. Gli avvocati dell’indagato, Luigi Rella e Paolo Pepe si sono affidati allo psichiatra Oronzo Greco.

L’incarico venne affidato nei mesi scorsi, nell’ambito dell’incidente probatorio, così come disposto dal Giudice per le Indagini Preliminari, Addolorata Colluto, accogliendo le richieste della difesa e del Pubblico Ministero.Il ragazzo era presente al conferimento dell’incarico, ma è stato ascoltato solo in un secondo momento, già dai primi di novembre dal carcere minorile di Quartucciu, dove è stato trasferito.
Riguardo l’esito finale dell’autopsia, il medico legale Roberto Vaglio ha chiesto una proroga e dovrebbe essere depositata entro i primi giorni di febbraio.

Le indagini

La confessione di L.M., non ha mai convinto del tutto: egli ha raccontato di aver ucciso Noemi con una coltellata al collo, disegnando su un foglio un’arma che non è stata mai ritrovata. L’indagato deve difendersi dalla pesante accusa di omicidio volontario, aggravato dalla premeditazione, dalla crudeltà e dai futili motivi.

Dubbi anche sul fatto che il 17enne possa aver avuto un complice. Il padre Biagio, che non ha mai nascosto il suo astio per Noemi, è indagato per occultamento di cadavere, un atto dovuto per poter procedere agli accertamenti investigativi.



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