Omicidio Noemi. Il legale del 18enne di Montesardo: “Vanno valutati attentamente i tre Tso”

Fondamentale ricordare, che gli specialisti del Gip, e quelli delle parti offese, hanno ribadito in mattinata, in sede d’incidente probatorio, la capacità di intendere e di volere, ma anche di stare in giudizio dell’omicida reo confesso.

Chiediamo chiarimenti in merito ad apparenti contraddizioni che emergono dalla perizia psichiatrica redatta dai consulenti del Gip“. Il difensore di L.M., l’avvocato Luigi Rella che insieme a Paolo Pepe assiste l’indagato, ribadisce le proprie perplessità sugli esiti, al termine dell’incidente probatorio.

Fondamentale ricordare che lo psichiatra Alessandro Zafferano e la psicologa Maria Grazia Felline, nominati dal Giudice per le Indagini Preliminari Addolorata Colluto, hanno già depositato gli esiti della perizia psichiatrica ed emergerebbe la capacità di intendere e di volere, ma anche di stare in giudizio dell’omicida reo confesso. Tesi ribadita, oggi, in sede d’incidente probatorio.

Lo specialista di “parte”, nominato dalla difesa di L.M., invece, ha segnalato alcune discrepanze e doglianze sulla metodologia della perizia. “Il ragazzo è stato sottoposto a tre TSO, ribadisce l’avvocato Luigi Rella, che non possono essere considerati dei singoli episodi“.

In mattinata, presso la Procura dei Minorenni di Lecce, tutti gli specialisti, anche quelli “di parte”, hanno esposto gli esiti della propria perizia. La Procura ha nominato la psicologa Michela Francia e Mariangela Pascali, psichiatra.

L’avvocato Francesco Zacheo, che assiste il padre della studentessa 16enne, ha conferito l’incarico allo psichiatra Massimo Picozzi. Gli avvocati Mario Blandolino e Giulia Bongiorno per la madre e la sorella, si sono affidati allo psichiatra Roberto Catanesi ed allo psicologo Ignazio Grattagliano. I periti sopraindicati si sono associati all’unisono alle conclusioni del consulente del gip.

L.M. era presente all’incidente probatorio ed ha assistito in silenzio al “contraddittorio tra le parti”. Dai primi di novembre, è detenuto presso il carcere minorile di Quartucciu. Il ragazzo è accusato di omicidio volontario con le aggravanti di aver commesso il fatto con premeditazione, per motivi abietti e futili e di aver agito con crudeltà, per l’omicidio di Noemi Durini, avvenuto presumibilmente all’alba di domenica 3 settembre, giorno della scomparsa della ragazza da Specchia.

Il padre Biagio, invece, è indagato per occultamento di cadavere in concorso con il figlio. Al momento si tratta di un atto dovuto per poter procedere agli accertamenti investigativi. È difeso dai legali Luigi Piccinni e Stefano De Francesco.

Riguardo l’esito finale dell’autopsia, invece, il medico legale Roberto Vaglio ha chiesto una proroga e dovrebbe essere depositata nei prossimi giorni.

Le indagini

La confessione di L.M., lascia ancora aperti numerosi interrogativi: il giovane ha raccontato di aver ucciso Noemi con una coltellata al collo, disegnando su un foglio un’arma che non è stata mai ritrovata.

Intanto, nelle settimane scorse, è “spuntato” un nuovo indagato. Il pubblico ministero Donatina Buffelli della Procura Ordinaria, titolare dell’inchiesta, ha iscritto nel registro degli indagati, come atto dovuto, il 49enne di Patù Fausto Nicolì con l’accusa di omicidio volontario. Risponde anche dell’ipotesi di reato di prostituzione minorile. La Procura ha disposto, alcuni accertamenti sul meccanico, tirato in ballo da Lucio attraverso due lettere scritte dal carcere minorile di Quartucciu.

I Carabinieri del Nucleo Investigativo hanno effettuato una perquisizione in casa di Nicolì, acquisendo telefonino, computer, pen drive e altri supporti. Nicolì, assistito dall’avvocato Luca Puce, è stato anche ascoltato dagli inquirenti in Procura, negando fermamente ogni addebito.



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