Omicidio Romano: confermata in Appello la condanna a 23 anni per Espedito Valentini

Nell’aula bunker di Borgo San Nicola si ė concluso il processo di secondo grado sulla morte del ruffanese Roberto Romano. I giudici della Corte d’Assise d’Appello hanno ridotto a 2 anni la pena nei confronti di Dario Traversa, accusato di favoreggiamento.

Avrebbe sparato alcuni colpi all'indirizzo del ruffanese Roberto Romano, ferendolo mortalmente e avrebbe tentato di uccidere il compaesano Dario Traversa. La Corte d'assise d'Appello, presidente  Vincenzo Scardia, ha confermato la condanna a 23 anni maturata in primo grado per Espedito Valentini, con l'accusa di omicidio volontario.
  
Ridotta a 2 anni la pena nei confronti di Traversa, 31enne di Ruffano, perché gli sono state accordate le attenuanti generiche corrispondenti alla contestata recidiva.
  
L’uomo, pur essendo stato bersaglio dei colpi di pistola sparati da Valentini, rispondeva di "favoreggiamento personale" avendo cercato di depistare le indagini.
  
La Corte d'Appello ha confermato il risarcimento verso i parenti di Roberto Romano, costituitisi parte civile e difesi dagli avvocati Luigi Covella, Simone Viva e Marcello Marcuccio
  
Nell'udienza scorsa, il sostituto procuratore generale Giampiero Nascinbeni ha invocato la conferma della condanna a 23 anni per Espedito Valentini. Il PG ha avanzato la stessa istanza per Dario Traversa, chiedendo che venisse applicata come in primo grado, la recidiva reiterata infraquinquennale. Il ricorso al secondo grado di giudizio è stato presentato dagli avvocati Mario Coppola e Francesca Conte per Espedito Valentini e dal Professore Francesco Vergine, difensore di Dario Traversa.
  
Il processo innanzi alla Corte di Assise, presidente Roberto Tanisi, giudice a latere Francesca Mariano, si era concluso con la condanna a ventitré anni di reclusione per Espedito Valentini. I giudici avevano dunque accolto la richiesta di condanna, invocata dal Pubblico Ministero Roberta Licci, ma con uno "sconto" di pena (aveva richiesto trent'anni) per il 31enne di Supersano, finito sotto processo per l'omicidio del ruffanese Roberto Romano.
  
Nel corso della sua requisitoria, il PM Licci ha parlato dei tanti testimoni che hanno riferito di aver visto Valentini arrivare a casa di Romano.
  
Ci sarebbero state poi le intercettazioni come quella all'interno dell'ospedale, dove venne ricoverato Traversa in seguito al suo ferimento. Ad un suo amico fraterno, il 32enne faceva cenno al ferro che teneva tra le mani Valentini.
  
Il Pm Licci aveva, per l'appunto, chiesto 30 anni di reclusione, non considerando le attenuanti generiche, visti i trascorsi criminali dell'imputato e non credendo all'ipotesi della legittima difesa.
  
La Corte ha tenuto conto delle "attenuanti generiche equivalenti alla contestata recidiva". Inoltre, nelle motivazioni della sentenza sarebbe emerso un movente differente rispetto a quello ipotizzato dal pm.



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