Operazione Antidroga nel nord Salento: i brindisini incontravano i leccesi a Galugnano e Martano. Le intercettazioni

I quattro salentini indagati rispondono di plurime cessioni continuate di sostanze stupefacenti. I brindisini in trasferta dal Nord Salento avrebbero incontrato i propri referenti per lo spaccio locale a Lecce o in qualche paesino della provincia.

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Sono quattro le persone della Provincia di Lecce indagate nell'Operazione Antidroga avente come epicentro il Nord Salento. Condotta dai carabinieri del comando provinciale di Brindisi ed illustrata questa mattina dal Procuratore capo, Cataldo Motta della  Direzione Distrettuale Antimafia di Lecce, si è conclusa con dieci arresti; mentre sono trentotto, gli indagati a piede libero. I reati contestati in diversa misura ed a vario titolo  sono: associazione per delinquere finalizzata al traffico di droga, estorsione commessa con l’aggravante delle finalità mafiose. L'operazione antidroga si è avvalsa delle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, come Gioele Greco e Alessandro Verardi; utili per la ricostruzione dei "movimenti" di spaccio degli stupefacenti, così come per la suddivisione dei singoli ruoli all'interno dell'organizzazione criminale.
 
I quattro salentini rispondono di plurime cessioni continuate di sostanze stupefacenti. Si tratta di Cesario Longo, 38enne di Tricase; Daniele Pantaleo Mazzeo, 51enne di Vernole, ma domiciliato a Melendugno;  Mattia Panico, 28enne di Galatina; Valter Marcellino Ricciuti, 51enne di Calimera. Per loro, la Dda aveva chiesto una misura cautelare, rigettata però dal gip Carlo Cazzella per assenza di gravi indizi di colpevolezza. C’è anche un decimo soggetto che, pur inserito nell’operazione, è stato arrestato in flagranza di reato. Si tratta di Simone Paiano, 22enne di Maglie. nel corso di una perquisizione è stato trovato con ventidue dosi di cocaina, per circa 16 grammi.
 
 
Dalle indagini emergerebbe come Mazzeo  svolgesse, a sua volta un'autonoma attività di spaccio. Inoltre, in una intercettazione  telefonica con Paolo Golia, egli affermerebbe che alcuni acquirenti si erano lamentati della qualità dello stupefacente "non ti ho mai detto niente, ma più di qualcuno si lamenta" . Le persone non sono stupide . Quando la ristorazione è buona lo dicono; quando non è buona lo dicono lo stesso, ma non gli va bene pagare. Inoltre, i due intercettati , per capirsi "meglio", utilizzerebbero il termine “cugino”,  (l'equivalente di 5 grammi). Un altro referente di Mazzeo sarebbe Luca Lorfei. Rivolgendosi a lui, in un'altra intercettazione, il 51enne di Vernole direbbe la frase "Ok, non fare tardi, fammi fare bella figura "
 
Sempre  Golia, sarebbe il referente dell'organizzazione con cui si sarebbe interfacciato Ricciuti. I due, nei dialoghi intercettati parlerebbero di  cugina” ( una quantità doppia di stupefacente)."Non ho tutti i soldi che non me li hanno dati, ho 150 euro. Se mi puoi fare il favore domani te li copro…, quelli mi stanno crepando….uno 200… Uno mille e tre.". "-non la dare senza soldi"- "50 euro sono rimaste, mi sta crepando e rimane indietro sempre"- "non ti preoccupare".

Invece, Mattia Panico avrebbe avuto contatti con Massimiliano Lasalvia come emergerebbero dai numerosi sms e squilli telefonici. Essi, nei loro dialoghi ricorrerebbero spesso alla parola "minuti" , riferendosi alla droga. Infine, sarebbero documentati rapporti di Cesario Longo con Paolo Golia.

I brindisini in trasferta dal Nord Salento, spesso avrebbero incontrato i propri referenti per lo spaccio locale, a Lecce o in qualche paesino della Provincia, come Galugnano e Martano. 



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