Operazione Labirinto: catturato Antonio De Carlo, si nascondeva in un’abitazione a San Pietro in Lama

Continuano senza sosta le ricerche degli indagati nell’operazione Labirinto che mancano all’appello. Nella notte è stato rintracciato e arrestato Antonio De Carlo, destinatario della misura della custodia cautelare in carcere. L’uomo è stato trovato in una abitazione.

Mentre continuano, senza sosta, le ricerche del ‘finanziere’ Gabriele Tarantino, il 39enne di Monteroni di Lecce che, secondo l’accusa, ha rivestito un ruolo chiave nel sodalizio smantellato nell’Operazione «Labirinto», per Antonio De Carlo, 43enne di San Pietro in Lama si sono spalancate le porte del Carcere.

Era riuscito a sfuggire al blitz, ma la fuga è durata poco: gli uomini in divisa dei Ros lo hanno stanato nella notte, all’interno di un’abitazione della piccola cittadina alle porte di Lecce. Insieme a loro, anche i Carabinieri della locale stazione.

Suo il compito di intrattenere i rapporti con gli spacciatori (insieme a Massimo Cosi, referente della piazza di San Donato). Non solo, De Carlo riscuoteva il denaro e teneva la contabilità, nell’interesse del gruppo.

La prova nelle intercettazioni

In un’intercettazione del 28 ottobre 2016, De Carlo chiedeva a Cosi notizie in merito alla riscossione dei proventi dell’attività di spaccio: “Quanto gli diedi di vecchio?” e Cosi lo invitava a controllare un elenco dove erano segnati gli spacciatori a conferma dell’esistenza di una rete organizzata e di una contabilità comune relativa al traffico di sostanze stupefacenti: “non so dirti proprio…fatti i conti bene”.

E ancora: “Ho segnato tutto quanto su un foglietto proprio apposta…quello che mi avete dato o non mi avete dato”. In questo caso, facevano riferimento ad uno spacciatore ‘insolvente’ che doveva restituire 250 euro per una vecchia fornitura, indicandolo con il nomignolo “bocca gialla”.

Alla domanda se lo avesse minacciato Cosi rispondeva: “Non gli ho detto niente che c’era gente là dentro, poi stava piovendo e fuori non uscimmo!”.

Lo stesso ‘nome’, bocca gialla, spunta anche in un’altra intercettazione, quella dell’8 novembre 2016. Lo spacciatore non aveva ancora pagato il debito e i due discutevano proprio di questo: De Carlo riferiva di essere stato preso in giro, mentre Cosi di non averlo visto in giro per il paese.

Un altro episodio è importante: quello intercettato il 24 novembre 2016. I due stavano discutendo dei debiti di tale Giammarco. Cosi informava De Carlo di averlo incontrato, ma di non aver ricevuto da lui la somma dovuta. Così, hanno concordato sulla necessità di passare alle vie di fatto. “Ha rotto i cogl***, Digli…che dieci giorni erano tutti, ne sono passati un mese fratello mio. Questo è scemo. Porco Giuda ce ne sono scemi”.

Rintracciato anche Coluccia

Questa mattina, invece, all’aeroporto di Roma Fiumicino, i poliziotti della Polaria hanno fermato e notificato l’obbligo di dimora nei confronti di Daniele Coluccia, classe 1995.

Come si legge nell’ordinanza del Gip, Antonia Martalò, il 23enne era molto attivo nell’attività di vendita, ma anche di reperimento di nuove piazze per lo spaccio e contatti con gli spacciatori più piccoli. In un’intercettazione, parlando con Tommaso Danese, propone nuove piazze: “A Giurdignano non c’è nessuno, A Cannole non c’è nessuno. La ci possiamo muovere come vogliamo, che tutti a Scorrano vanno a comprare”

Inquietante una conversazione del 26 maggio 2016 tra Tommaso Danese e Daniele Coluccia, intercettati a bordo di un’auto. Stavano discutendo di una donna che stava tardando nel pagamento della sostanza ceduta (circa 6mila euro) e che, per punizione, avrebbe potuto essere avviata alla prostituzione per recuperare i soldi dovuti: “Quella se non vuole pagare, lo sai che fine fa? La zoccola. La prendono e la mettono nel mondo della prostituzione! Lo sai no? Fino a quando non guadagna il triplo”. Coluccia assicurava di aver intimidito la ragazza che, nei giorni precedenti, aveva piazzato circa 50 grammi di sostanza: “Stai tranquillo che non se la fotte, se no sa che le tocca. Io gliel’ho detto. Il materiale, se non riesci a darlo, portalo indietro. Non scherzare sai con Tommaso…Ha detto no no…”

Coluccia, come si legge nell’ordinanza, non avrebbe avuto contatti con altri sodali ed è risultato estraneo alle dinamiche del gruppo. Non ha rivestito un ruolo determinato all’interno del sodalizio. “Non si può escludere – si legge – che la finalità di Danese fosse quella di inserire Coluccia nel sodalizio criminoso, avendo dato prova della fiducia che meritava e delle sue capacità, ma gli elementi emersi nel corso delle indagini, non consentono allo stato di ritenere effettivo tale inserimento”



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