Operazione ‘Peonia Rossa’, docente cinese dell’Unisalento condannato a 3 anni e 4 mesi

Ricordiamo che gli agenti della Squadra mobile di Brindisi nel settembre 2015 arrestarono 10 persone. Secondo la Procura, nelle strutture ‘incriminate’ erano impiegate delle ‘massaggiatrici’ soprattutto di nazionalità cinese che venivano costrette a prostituirsi.

Arriva la condanna a 3 anni e 4 mesi per il docente cinese di fisica dell’Unisalento, accusato di appartenere ad una associazione per delinquere dedita allo sfruttamento della prostituzione.
 
Wenchang Chu detto Vincenzo, 58 anni è stato ritenuto colpevole al termine del processo con rito abbreviato, dinanzi al gup Paola Liaci. L'imputato è assistito dall’avvocato Fabio Di Bello. Il giudice ha inflitto la stessa pena a: Lijuan Yu, detta Sofia, 54 anni, residente a Lecce e Changyu Zhu alias Giada , 54 anni, residente a Taranto. Il gup ha concesso a tutti gli imputati le circostanze attenuanti generiche, prevalenti sulle aggravanti. Liping Wang, 47 anni, detta Franca, difesa dall’avvocato Giovanna Corrado, ha patteggiato la stessa pena.
 
Le accuse, a vario titolo ed in diversa misura, sono di associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento, all’induzione e allo sfruttamento della prostituzione.
 
L'operazione investigativa "Peonia rossa" (dal nome di un centro massaggi "a luci rosse” nel brindisino), coordinata dal pubblico ministero della procura di Brindisi, Francesco Carluccio è stata condotta  dagli agenti della Squadra mobile di Brindisi.
 
Il docente di fisica Wenchang Chu detto Vincenzo, sarebbe stato un personaggio chiave del giro di prostituzione allestito dall'organizzazione, che avrebbe fruttato affari per circa 150mila euro al mese.
 
Ricordiamo che gli agenti di Polizia nel settembre 2015 arrestarono 10 persone (8 di esse sono finite in carcere e 2 ai domiciliari), grazie anche al reperimento di un volantino "sospetto". Secondo la Procura, nelle strutture erano impiegate delle “massaggiatrici” soprattutto di nazionalità cinese che venivano costrette con violenza a prostituirsi e in caso di rifiuto venivano minacciate di subire gravi conseguenze. Gli investigatori individuarono quattro rami operativi nelle città di Brindisi, Lecce, Gallipoli e Taranto. Difatti, le ragazze erano poste "in vendita" in quattro centri massaggi e presso un'abitazione privata.



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