Operazione Vortice-Dejàvu. Marra ‘Sono quello che ha costruito una Caserma sui terreni confiscati alla mafia’

L’ex Sindaco di Squinzano, Gianni Marra ha convocato una conferenza stampa per difendersi dalle accuse di falso ideologico e abuso d’ufficio contestategli nell’operazione denominata Vortice Dejà-vu

A passare per “colluso” con il potere mafioso lui proprio non ci sta. E così nel pomeriggio di oggi, Gianni Marra, ex primo cittadino di Squinzano ed ex consigliere provinciale ha convocato una conferenza stampa per spiegare la sua totale estraneità alle pesanti accuse che gli sono state contestate
 
«Io sono il Sindaco di quella città che ha confiscato i terreni alla mafia e ci ha costruito sopra una caserma dei carabinieri che è un autentico fiore all’occhiello tra gli edifici istituzionali del territorio. Posso davvero essere io quella stessa persona che viene accostata all’operazione Vortice-Dejàvu?»
 
Già, perché è da questa mattina che il suo nome è finito tra quello dei 52 indagati a piede libero con un’ipotesi di reato non lieve accanto a quello delle 26 persone finite in manette tutte affiliate a clan mafiosi più o meno storici.
 
«Ci tengo a precisare che il capo d’imputazione che mi riguarda non ha nulla a che fare con la corruzione bensì con il falso ideologico e l’abuso di ufficio, tutte cose dalle quali dimostrerò di essere assolutamente estraneo poiché credo ancora nella giustizia e nella magistratura».
 
L’episodio che ha fatto finire Marra nel tritacarne dell’inchiesta è datato 2010, quando era sindaco di Squinzano e a detta degli inquirenti avrebbe favorito nell’assegnazione di un alloggio popolare il boss Antonio Pellegrino che avrebbe “inaspettatamente” superato tutti in graduatoria appena scarcerato. Si è poi scoperto che era avvenuto ‘grazie’ ad una relazione falsa redatta dal Comandante dei vigili urbani in cui si certificava che la mamma di Pellegrino, in cura presso il Centro di Igiene Mentale, viveva con il figlio in un condizioni disagevoli. Gli inquirenti ritengono che il Sindaco fosse ben a conoscenza di quale fosse la reale situazione e avesse così ‘requisito’ una delle case per darla a Pellegrino.  
 
«Nessuno è stato più corretto di me nell’assegnazione di quell’alloggio poiché è vero che sapevo benissimo chi fosse il beneficiario, ma un Sindaco non può certo opporsi a degli atti che fanno il loro iter, poiché deve eseguire ordinanze sulla base di relazioni tecniche tra cui quelle dei servizi sociali. Per il conferimento di quella casa popolare ho avvertito immediatamente il Prefetto, i carabinieri, lo IACP ed il magistrato di sorveglianza. Se sono colluso io, sono collusi tutti quelli che ho subito avvisato. So che sto dicendo cose pesanti, ma veder accostato il mio nome alla retata di questa notte è qualcosa che mi mortifica. Già domani chiederò di essere ascoltato dal magistrato di turno».
 
Infine, Marra si sofferma sulla voce del “condizionamento forte delle attività del Comune”. «Io non sono mai stato condizionato da nessuno poiché avevo l’abitudine di ricevere i cittadini con la porta aperta; basta ascoltare le mie segretarie di allora per rendersi conto della verità dei fatti. Sono stato vittima di minacce per la mia attività politica tant’è che fui chiamato dai Carabinieri che mi comunicarono di essere destinatario di ben due proiettili. Trovarsi dall’altra parte della barricata, fa male, ma sono certo che si farà chiarezza».