Presidenza Credito Cooperativo Terra d’Otranto, ombre sulla rielezione di Mazzotta

Lecce. La Procura indaga sulla rielezione del fratello del sindaco di Carmiano. Al lavoro i Carabinieri del Ros e di Campi Salentina

Numerosi documenti e dieci computer: è quello che è stato sequestrato dai militari nella giornata di ieri nella sede della Banca di Credito Cooperativo leccese. Si procede per estorsione aggravata

Un terremoto giudiziario si abbatte sulla Banca di Credito Cooperativo di Terra d’Otranto nella sua sede leccese, in Viale Leopardi. Ieri mattina i Ros di Lecce e della compagnia di Campi Salentina hanno eseguito un decreto di sequestro. Si sospettano pressioni mafiose per pilotare il voto a vantaggio dell’elezione di Dino Mazzotta di Carmiano alla carica di presidente.  

Le ispezioni sono state disposte dal sostituto procuratore della Repubblica Carmen Ruggiero, che questa mattina vi ha partecipato personalmente, nell’ambito di un’inchiesta relativa presunte irregolarità nel rinnovo delle cariche sociali del Consiglio di amministrazione dell’istituto di credito. L’ipotesi di reato che ha giustificato i decreti di sequestro di documenti e dieci computer da parte dei militari, emessi dalla Direzione distrettuale antimafia del capoluogo salentino, è estorsione aggravata dal metodo e dalle modalità mafiose.

Ora, si cercano riscontri all’ipotesi che esponenti del clan Tornese abbiano minacciato i soci, costringendoli a votare Mazzotta all’assemblea dei soci dello scroso 4 maggio. In quella data, infatti, il fratello del sindaco di Carmiano (Giancarlo Mazzotta) fu rieletto alla carica di presidente con 1147 voti. Più del doppio del suo sfidante, Giulio Ferreri Caputo, che ha chiuso le consultazioni con 525 preferenze.