Presunta truffa con i fondi dell’Antiracket, si attende la decisione del gip sulla revoca dell’interdizione per Monosi

Intanto ieri mattina sono state ascoltate, nell’ambito dell’interrogatorio di garanzia, cinque persone raggiunte dalla misura interdittiva. Inoltre, i difensori di alcuni indagati ‘impugneranno’ l’ordinanza, innanzi ai giudici del Tribunale del Riesame.

Terminati tutti gli interrogatori di garanzia, saranno il gip ed i giudici del Riesame a pronunciarsi sulle misure cautelari o interdittive a carico di undici indagati per la presunta truffa con i fondi statali destinati alla sede leccese dell’Antiracket.

Anzitutto, riguardo Attilio Monosi, assessore al bilancio dimissionario di Palazzo Carafa, il gip Giovanni Gallo già nella giornata di domani, potrebbe decidere sull’istanza di revoca della misura interdittiva dai pubblici uffici, avanzata dall’avvocato Riccardo Giannuzzi. L’accoglimento della richiesta, scongiurerebbe il rischio di uno stop per 1 anno agli eventuali incarichi nella Giunta Comunale. Il giudice “attende” gli atti e contestualmente il parere dei pm Roberta Licci e Massimiliano Carducci. Stesso discorso per Giuseppe Naccarelli, per il quale il suo legale Stefano De Francesco ha chiesto l’annullamento della misura carceraria, per problemi di salute.

Intanto, ieri mattina sono stati ascoltati, nell’ambito dell’interrogatorio di garanzia, cinque indagati raggiunti dalla misura interdittiva. L’avvocato Marco Fasiello, assistito da Luigi Rella, ha risposto alle domande del gip, affermando di avere sempre lavorato per lo sportello leccese dell’Antiracket e che tuttalpiù ci sarebbero state delle imprecisioni nella stesura dei report.

Anche il consulente del lavoro Francesco Lala, difeso dall’avvocato Andrea Sambati, ha risposto alle domande del gip, chiarendo la propria posizione. Invece, gli avvocati F. V. e C. M. difesi dal legale Fabio D’Amico e l’imprenditore Giancarlo Saracino, assistito dall’avvocato Andrea Conte, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere.

Intanto, i difensori di alcuni indagati raggiunti da misura cautelare o interdittiva, “impugneranno” l’ordinanza, innanzi ai giudici del Tribunale del Riesame.



In questo articolo: