Presunte carte false per ottenere un ‘posto al sole’ a Gallipoli: indagati proprietario di un bar ed un geometra

Il Pubblico Ministero ha chiuso l’inchiesta e risultano indagati S.C., 36enne di Gallipoli, titolare di un bar ed il geometra C.G. 56 anni anche lui gallipolino. Adesso, terminate le indagini, la Procura deciderà se esercitare l’azione penale o disporre l’archiviazione.

Avrebbero ottenuto un permesso edilizio dal Comune di Gallipoli producendo carte false, al fine di avere il predominio su di un'area molto frequentata dai turisti. Il pubblico ministero Paola Guglielmi ha chiuso l'inchiesta  e risultato indagati S.C., 36enne di Gallipoli, titolare di un bar ed il geometra C.G. 56 anni anch'egli gallipolino per le ipotesi di reato: "falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico", "lottizzazione abusiva", "opere eseguite in assenza di autorizzazione ed in difformità di essa", "errore determinato dall'altrui inganno". Adesso, terminate le indagini, il Sostituto Procuratore deciderà se esercitare l'azione penale o disporre l'archiviazione del procedimento.
 

Il pm ritiene che il proprietario dell'immobile, nonché gestore dell'esercizio commerciale "incriminato", assieme al tecnico che ha redatto il progetto, abbiano commesso una serie di irregolarità per ottenere la variazione della destinazione d'uso. Anzitutto, sia nel progetto quanto nella attestazione di agibilità, avrebbero fatto credere che gli interventi rispondessero alle normative di settore, comprese quelle in materia di superamento delle barriere architettoniche. Attraverso queste false attestazioni, gli indagati avrebbero indotto all'errore l'amministrazione comunale, la quale avrebbe così rilasciato il permesso di costruire con variazione della destinazione d'uso dell'immobile. Successivi accertamenti disposti dalla Procura, attraverso una consulenza sullo "stato dei luoghi", permisero però di evidenziare che la superficie del piano terra non fosse sufficiente per svolgere attività di somministrazione delle bevande; l'altezza dei locali fosse inferiore a quella prevista dalla legge e la scala interna di collegamento non idonea.
 
Un altro aspetto non marginale della vicenda e che per ottenere ciò, gli indagati avrebbero "relegato" in un angolo dell'area, il proprietario di un ristorante che da svariati anni si trovava legittimamente ad occupare una posizione favorevole. Fatto non trascurabile, poiché la zona in questione si trova in prossimità di uno dei Torrioni della Città Vecchia, affacciata sul mare e meta di numerosi residenti e turisti soprattutto nei mesi estivi.
 

Le presunte irregolarità commesse dai due indagati emersero proprio a seguito di una denuncia presentata dal ristoratore, il quale si riteneva danneggiato dal "concorrente" che gestiva una semplice enoteca. Il querelante affermava che quest'ultimo, nel luglio del 2014, chiedeva all'amministrazione comunale di avere l'esclusiva su quell'area. Contestualmente, dichiarava che la sua attività commerciale disponeva di ogni requisito necessario. Il Comune avrebbe rilasciato il permesso di costruire con variazione di destinazione d'uso, procurando così un indubbio svantaggio  al ristorante, che da quel momento ricadeva nella "proiezione del fronte" del bar.



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