Presunti abusi edilizi? No della Procura al dissequestro del Parco Gondar

Il parere del Pm non è vincolante e sarà il giudice monocratico della seconda sezione penale a pronunciarsi, nelle prossime ore, sulla richiesta avanzata dalla difesa.

Chiesto un nuovo dissequestro del Parco Gondar di Gallipoli, dopo che il giudice ha rigettato l’istanza della difesa presentata nella prima udienza del processo.

Sarà nuovamente il dr. Pasquale Sansonetti della seconda sezione penale a pronunciarsi, nelle prossime ore, sulla richiesta presentata, tra gli altri, dagli avvocati Sabrina Conte, Carlo Viva, Michele Bonsegna, Ladislao Massari. I legali chiedono il dissequestro dell’area o in subordine la restituzione con prescrizione, in virtù di un provvedimento amministrativo che “certificherebbe” la desmanializzazione di una parte dell’area (il trasferimento di un bene dal demanio dello Stato alla categoria dei beni patrimoniali). Il sostituto procuratore Paola Gugliemi, intanto, ha già espresso parere contrario (non vincolante). Il pm ritiene però che l’iter è ancora in corso e occorrerà molto tempo, prima dell’ok della Regione e poi del Ministero.

Ricordiamo che, nei mesi scorsi, sono stati rinviati a giudizio dal gup Antonia Martalò, al termine dell’udienza preliminare, sette imputati per le presunte irregolarità in materia edilizia e autorizzativa. Si tratta di Ferruccio Errico, 34 anni di Gallipoli, in qualità di amministratore della Gondar Srl e legale rappresentante della società “Sold Out”; Christian Scorrano, 35enne gallipolino, altro amministratore della Gondar Srl; i progettisti Antonio Ferilli, 57 anni di Gallipoli, Mario Stefanelli, 63enne di Gallipoli, Franco Ancora, 75enne gallipolino; Giuseppe Cataldi, 61 anni dirigente del Settore Urbanistico del Comune di Gallipoli; Sergio Leone 61enne di Taviano, funzionario.

Tra le accuse contestate, a vario titolo ed in diversa misura, quella di falso ideologico e abusivismo edilizio.

Il sequestro e la restituzione dell’area

A marzo dello scorso anno, la Gdf aveva eseguito il decreto di sequestro preventivo del Gip Simona Panzera. Nel tempo, il Parco Gondar, secondo l’accusa, si sarebbe ampliato fino ad occupare-in un’area sottoposta a particolari vincoli in quanto ZPS (Zona a protezione speciale) e SIC (Sito di interesse Comunitario)-una superficie complessiva di circa quindicimila metri quadrati; di cui circa mille appartenenti al demanio marittimo, su cui sarebbero state realizzate diverse opere, tra cui una pizzeria, un palcoscenico, un bar con deposito, spogliatoi e servizi igienici.

Nel maggio del 2017, però, l’area concerti del Parco Gondar aveva riaperto con la possibilità di organizzare 38 eventi lungo l’arco della stagione. Difatti, il pubblico ministero Antonio Negro e il procuratore aggiunto Elsa Valeria Mignone, hanno accolto l’istanza della difesa, disponendo il “dissequestro con prescrizione”. Il P.M. ha disposto la restituzione per “salvaguardare anche le esigenze imprenditoriali e soprattutto quelle occupazionali del territorio”.

Successivamente, al termine della stagione estiva, sono stati nuovamente apposti i sigilli all’area.



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